lunedì 30 aprile 2012

Eco trail di Colle San Marco

Se prendi le cose come vengono a volte potresti anche ritrovarti ad arrivare seconda ad una gara.
E io che non credevo nemmeno di finirlo questo Eco trail di Colle San Marco....

Oggi le gambe sono un po' indolenzite, ma domani alla garetta dell'AVIS a Chiaravalle ce le porto lo stesso..

venerdì 27 aprile 2012

CorriLucrezia 2012... bella anche senza....


Dalla gara di Lucrezia porto a casa una grande soddisfazione ed un piccolo dispiacere.
Mi compiaccio e mi congratulo con le mie gambe perché, anche se solo per una decina di secondi, mi portano al traguardo in meno di 50 minuti, che per me è un avvenimento.
E non stiamo a fare osservazioni se nella classifica ufficiale vicino al mio nome c’è un 50’02’’, il mio orologio lo sa che c’ho messo 49’53’’.
Va bene che, a parte un cavalcavia, la gara tende al pianeggiante, che era una giornata perfetta, con il sole, solo un po’ ventosa…però io così veloce per 10 km non ci vado nemmeno in discesa di solito.
Alla partenza siamo così tanti che non si riesce quasi a stare dietro alla linea di partenza, pigiati come sardine, non mi accorgo nemmeno che c’era Fabio.

Partenza veloce, più che altro per evitare di essere calpestata e di fare fine del riccio sulla linea di mezzeria. Mantengo per i primi tre km, poi inizio ad andare in apnea e tiro il freno.
Faccio i miei soliti calcoli complicatissimi ad ogni cartello dei km che passo e mi stimo molto: anche se per un pelo viaggio sotto i 5’/km.

In prossimità del traguardo spremo le ultime energie dalle gambe, sputo un polmone negli ultimi 100 metri ma almeno sono riesco a fermare il cronometro e a risparmiare 7 preziosissimi secondi.
Sono soddisfazioni…

Unica nota spiacevole: quest’anno niente panino con la porchetta offerto a tutti i partecipanti.
Ed è un vero peccato, perché dopo tanta fatica, ci stava proprio bene, ma me ne farò una ragione.

In preda all’entusiasmo e con un piglio di superbia, nel pomeriggio ho anche perfezionato l’iscrizione al trail di Colle San Marco: speriamo bene.

lunedì 23 aprile 2012

Conero Runnig...fatta!


Hey voi...dico a voi!!

A te ragazza che ti prepari per la prova costume, concentrata come prima di entrare a fare l’esame di maturità. Ragazza che corri con il maglione legato in vita per coprire le chiappe.

A te ragazzo che invece sfoggi i soliti pantaloncini della Umbro, da ex calciatore, con il calzettone lungo e che quando corri sembra sempre che stai cercando un pallone da prendere a calci.

Mi fa piacere che siete venuti a correre la Conero Running, non m’importa nemmeno se volete suicidarvi correndo la 21 km anche se vi siete iscritti alla 10.

Ma quello che non capisco è perché quel maledetto Ipod lo dovete far partire solo appena passate la linea di partenza, non un millimetro prima?
E’ inutile che scattate come molle appena lo starter spara, emozionati e carichi, per impallarvi subito dopo, fatti nemmeno 2 metri, per far partire la play list, tanto più che dietro magari ci sono io che non riesco a passarvi né a destra né a sinistra, ma sto lì a saltellare sperando che vi si accenda la musica e che vi rimettiate a correre.
E magari state pure ascoltando Tiziano Ferro…

Ma veniamo alla corsa.
E’ la mia terza mezza da quando ho ricominciato a correre a fine febbraio.

Mi organizzo da subito per trovare un passo comodo, conosco bene il percorso, so che tende al pianeggiante, anche se gli ultimi 4 km a tornare indietro sul lungomare di Marcelli sembrano sempre un po’ in salita.

Corro insieme a Giovanni o forse è lui che corre con me? Visto che in pratica è privo di qualunque tipo di allenamento per la corsa, figurarsi a fare 21 km…

La prima metà della gara scorre veloce, partiti da dietro facciamo anche qualche sorpasso.
Tra un cavalcavia e l’altro, tra una bevuta comoda ai ristori si mantiene una velocità di crociera sui 5’18’’/km
Si chiacchiera e si corre con la gente intorno, gli argomenti sono vari: si parla di pallavolo (Macerata che si gioca lo scudetto), della partita della Juve (in autostrada sfrecciano i pulman degli Juventus-club), c’è chi invoca la Madonna appena vede la cupola del santuario di Loreto.

Io invece ho voglia di rivedere il Conero e di puntare all’arrivo, perché, sarà che siamo oltre il sedicesimo chilometro, sarà l’infelice immagine del ciclista che ci ha pedalato davanti per un po’, ma soprattutto del suo culone che traspariva da un paio di pantaloni bianchi, portati, ovviamente, senza mutande, sarà che, anche se minacciata dall’inizio alla fine da un nuvolone, la giornata s’è fatta calda…insomma inizio ad essere un po’ stanca.

Perdo il contatto visivo con Giovanni sulla curva sopra la foce del Musone ed inizia la parte faticosa: gli ultimi quattro km.
La testa sa dov’è l’arrivo, ma gli occhi non lo vedono, le orecchie sentono la voce dello speaker, ma quel traguardo non arriva mai.

Alla fine 1h 53’33’’..in pratica come San Benedetto.

Ora, per completare il mio programma di aprile, mi mancano solo la CorriLucrezia ed il trail di Colle San Marco…

mercoledì 18 aprile 2012

Vivicittà 2012


Si narra di epici scontri nell’edizione 2012 della Vivicittà ad Ancona.
Si dice che un presunto corridore privo di pettorale, quindi un abusivo o un jogger agganciatosi al serpentone dei regolari, abbia avuto un intenso e fisico scambio di opinioni con uno qualunque dei vigili urbani che disciplinavano l’attraversamento della corsa ed il flusso delle macchine davanti al comune.
Le cronache anconetane riferiscono che il jogger, forse inconsapevole del fatto che “se non hai il pettorale ben in vista, non sei uno che corre la gara, ma solo un pedone arrogante che vuole passare con il rosso” non abbia mai provato la gioia di tagliare il traguardo, ma i testimoni dicono che abbia finito la sua corsa diritto dentro alla camionetta dei vigili.

Si narra poi della battaglia di Cristina contro la cena della sera prima: un piccolo plotone di almeno quattro bicchieri di bianco, per la precisione due di Tocai e due di un altro bianco friulano non identificatosi (per la cronaca il Tocai non m’è sembrato eccezionale), un piccolo reggimento di crostini alle noci e formaggio puzzone, comandati da una pinta di birra rossa doppio malto.
Una piccola scaramuccia mattutina con la nausea, un vago sentore di puzzone che si riaffaccia, spinto su dalla birra…condizioni ideali prima di una gara, in una domenica mattina minacciata dalla pioggia.

Ricacciavo giù il puzzone con un caffè, colazione saltata, per non mandare rinforzi al nemico, ma per tutta la metà del primo giro, lungo la discesa affrontata un po’ alla garibaldina, lo sentivo che scalpitava e attendeva il momento buono per colpire.
Al giro di boa pensavo di aver risolto a mio favore lo scontro e ci bevevo sopra anche un po’ d’acqua, per affogarlo per sempre.
Invece il bastardo cercherà di colpirmi alla fine, sotto il traguardo, quando, con il cuore in gola, finivo questi 12 km molto scarsi, dopo una volata sulla malconcia pista di atletica del vecchio stadio Dorico.

Per un attimo c’è stata l’imbarazzante possibilità che il puzzone tagliasse il traguardo prima di me.

Puzzone a parte questi 12 km li ho portati a casa in 55’48’’, insieme ad un ignobile piazzamento nella mia categoria, ottenuto, non grazie alle gambe, ma per la bassa affluenza di donne categoria I.

Ora giuro che sabato sera farò la brava, perché, se per 12 km ce l’ho fatta, per tutti i 21 della Conerorunning di domenica, dubito che riuscirei ad avere la meglio sul formaggio puzzone.

venerdì 13 aprile 2012


Porto avanti il mio progetto podistico suicida.
Sopravvissuta alla mezza di San Benedetto, i 10 km di Pasquetta a Senigallia sono scorsi abbastanza bene.
I primi tre km a palla, cercando di stare attaccata alle suole di Giovanni.
Altri cinque a velocità più ragionevole per recuperare il fiato ma con un occhio alla soglia dei 5’/km.
Tracollo dignitoso negli ultimi due km, con la voce dello speaker portata dal vento che ti fa credere che sei arrivata, mentre del traguardo nemmeno l’ombra e, quando alla fine ci arrivo, subisco pure l’onta del sorpasso infame a meno di 5 metri dalla fine.
Un 50’21’’ per una gara senza dislivelli significativi, giusto un paio di curve secche.

Baci e abbracci con Fabio che è tornato a gareggiare dopo un sacco di tempo.

Ora attendo i 12 km della Vivicittà in pieno centro ad Ancona: se ne vedranno delle belle e soprattutto se ne sentiranno tante da parte degli automobilisti, ma io a correre nella giungla metropolitana dorica ci sono abituata.

In preda ai fumi delle endorfine da post-corsa serale mi sono pure iscritta alla ConeroRunning di Numana e visto che c’ero ci ho infilato in mezzo anche l’iscrizione di Giovanni, poi chi sopravvivrà vedrà…

Mi manca ancora il coraggio per procedere con l’iscrizione del trail di fine mese, ma temo che lo troverò…

lunedì 9 aprile 2012

tutto ebbe inizio..

Era la primavera del "lontano" 2007. 
Avevo cominciato da poco a corricchiare, dopo tanti anni di ciclismo, e alla domenica andavo a farlo in mezzo al mucchio, nelle varie garette podistiche (max 10km) locali. 
Questa volta il ritrovo era al campo di atletica "le saline" di Senigallia. 
Qui ebbi il piacere di conoscere due ragazzi simpaticissimi di cui leggevo da tempo le loro gesta su un blog che avevo trovato per caso, un giorno che curiosavo in web, sul variegato  mondo del running. 
I due ragazzi erano Cristina e Giovanni e il blog, codesto. 
Da lì di acqua sotto il ponte ne è passata..i km sotto le suole in eva pure.. dalle 10 ero salito alle distanze superiori; 12/15km, poi alle mezze maratone, alle 30, per poi "precipitare" nelle maratone..ed un ultra..
I blog pure erano cresciuti a dismisura.. Poi lo stop durato oltre 2 anni con l‘unica attività quella pedalata fino a che, oggi....:  
Ore 8 ritrovo al campo “le saline“ di Senigallia per la 10km, corsa per i primi 4 km a 4'50"/km per poi aumentare di 10" al km nei successivi. Tempo tot. 44'35
Contento di aver ri-corso e star bene.. contento di aver ri-incontrato i due ragazzi....

giovedì 5 aprile 2012

Riassunto delle ultime due settimane della mia vita.


Ovvero quelle dal 23 marzo al 6 aprile.

Intanto, con tutto il bel da fare che avevo sbandierato ai quattro venti, per la prima delle due settimane ho preso un treno e mi sono regalata una vacanza di relax totale.
Una vacanza di mangiate, lunghe passeggiate a passo spedito (57 km in 4 giorni)
Risultati ottenuti: l’abbronzatura del muratore, più due polpacci indolenziti e duri come il marmo.

Prima di salire sul treno avevo fatto appena in tempo a mandare l’iscrizione per la mezza maratona di San Benedetto.
Piccola parentesi polemica: “Cari organizzatori della sopraccitata mezzamaratona, siete bravissimi, è tutto perfetto come ogni anno, ho molto apprezzato i calzini, il percorso, i ristori, specialmente quello finale, la doccia calda…ecc. Ma non si potrebbe trovare una formula alternativa al pagamento anticipato tramite bonifico bancario? Mi sta bene pagare all’atto dell’iscrizione, un po’ meno regalare tre euro e mezzo alla banca…”

Non faccio in tempo a disfare lo zaino della vacanza che devo già preparare la borsa per la gara ed eccomi alla rotonda Giorgini, assolutamente impreparata per questi ennesimi 21 km.

Mentre perdo tempo in attesa di cambiarmi, tra la solita flora&fauna podistica locale, vedo un volto che mi sembra di riconoscere…maglia arancione, scartabello nell’archivio della mia memoria e arrivo al maggio 2008, a Firenze, alla partenza del Passatore: è Giampy.
Toh va chi si vede…un po’ di gossip e rapidissimo aggiornamento degli ultimi 4 anni, baci&abbracci ed è già ora di mettersi a correre.

Gara da manuale: parto forte (come al solito) e arrivo piano (come al solito), ma il tempo finale di 1h 53’ 17’’ mi trova molto contenta, perché sono pur sempre 4 minuti abbondanti sotto alla mezza di tre settimane fa.

Lunedi e martedì dopo la gara: campo di rendita e mi riposo, anche perché sembra che sia tornato l’inverno.

Ieri sera ritorno a correre in vista dei futuri e pressanti impegni, ma penso bene di dimenticarmi i calzini a casa…
Eccomi quindi calzare, dentro le fide Mizuno, un bel paio di calzettoni di lana viola, arrotolati a pedalino fino alla caviglia.


Risultati ottenuti: una bella vescica ed il balzo in testa alla classifica “una vestita così male all’Italo Conti non la vedevamo dal 1983”, stracciando anche le casalinghe che vengono a passeggiare alla pista in pantofole e golf sulle spalle…