domenica 28 febbraio 2010

Fotogenia

Se sei una medaglia d'oro alla 50 km di marcia alle ultime Olimpiadi e se ti chiami Alex Schwazer in foto vieni così:



(foto da me scattata sabato 27 febbraio al Palaindoor di Ancona, dove si svolgevano i campionati italiani assoluti indoor)

Poi se ti chiami Cristina e la domenica mattina vai a farti 12 km circa a Cattolica, in foto vieni così:


Foto by Miticojane

Un po' annoiata dalle domeniche senza gare, ho pensato che seguire l'invito del Mitico poteva essere una buona idea, tanto più che a sorpresa aveva deciso di unirsi alla mia trasferta anche Giovanni, che, se non sbaglio, l'ultima volta che è venuto a fare una gara con me era addirittura novembre.
Ripetiamo il solito rituale: ci vediamo al bar per la colazione e poi si prende l'autostrada, chiedendoci perplessi se, visto quanto poco corriamo in questo periodo, sia stata una buona idea.

Arriviamo molto presto, incontriamo subito il Mitico e Mercurio, ci iscriviamo e torniamo in macchina a prepararci, come al solito Giovanni fa il freddoloso e vorrebbe mettere strati su strati di magliette.

Alle 9:30 si parte e mi sembra che siamo veramente in tanti, non so quantificare.
Impostiamo una velocità di crociera tranquilla, anche se io faccio fatica a respirare, la tosse in questi giorni non è migliorata e sento bruciare la trachea, in compenso Giovanni parla parla parla parla....io gli rispondo come posso.

Il percorso all'inizio è piatto, poi piano piano inizia a salire, io e Giovanni siamo sempre insieme, quando arriviamo in cima ad una collina e siamo a metà gara mi dice che gli ultimi km probabilmente vedrà di farli in progressione.
Infatti dopo aver salutato Mercurio che presidia l'incrocio all'ottavo km, Giovanni se ne va più veloce, lo rivedrò dopo ad aspettarmi all'arrivo: tempo finale 59'28'' per qualcosa meno di 12 km.

Per tutto il percorso non ho mai tossito, appena arrivata sembravo un vecchio fumatore di Nazionali.

Non mi ricordavo quanto fosse appagante dormire di domenica pomeriggio, dopo una gara ed un buon pranzo!

martedì 23 febbraio 2010

Facciamo il punto

Mi sono presa una settimana di stop…anzi è più corretto dire che mi sono fatta prendere, non c’è niente che non va, ma congiunture sfavorevoli e una stanchezza indicibile mi fanno preferire dopo il lavoro, le pantofole alle Mizuno.

Il meteo non è disastroso, ma niente di speciale.

Cose da fare imminenti non ne vedo e quindi mi riposo, aspetto che mi passi una fastidiosa tosse presa non so come.

Guardo avanti alle domeniche future: iniziano a mancarmi un po’ le colazioni al bar di domenica mattina prima di andare a qualche gara in qualunque cucuzzolo dell’entroterra..



E poi è un periodo che guardo spesso negli occhi un uomo che mi lascia a bocca aperta…ma chi sarà?

lunedì 15 febbraio 2010

Schiavi di ciò che si è fatto

Venerdi sera a Senigallia ad incontrare Marco Olmo c’ero anche io e confesso che è stato un incontro affascinante, anche se forse troppo breve per capire bene che persona sia.
Una frase mi è rimasta in testa e l’ho ruminata in questi giorni: “Si diventa schiavi di quello che si è fatto”.
E’ stata la risposta di Marco a chi gli chiedeva che cosa lo spingesse a correre ancora alla sua età, a pensare di tornare a correre nel deserto o ad affrontare una corsa di 160 km sul Monte Bianco.

Intendeva che in qualche modo, anche se bonario, ma non per questo meno coercitivo, le persone spesso si aspettano che ritorniamo a compiere le “nostre imprese”, che torniamo a fare quello che abbiamo compiuto.
In realtà i primi a pretendere siamo noi: ci “prendiamo gusto”, ci piace ripensare a quello che abbiamo fatto, vogliamo rifarlo, anche quando sarebbe più onesto ridimensionarsi e trovare stimoli non in quello che è stato, cercando conforto nei “tempi (cronometrici) passati”, quando sarebbe meglio pensare solo a quelli futuri, anche se è più probabile che siano peggiori ed accettarli.

Sarò diretta: ma vi sembra normale che ogni volta che vado ad una gara la prima cosa che mi si chiede, quando torno, è “Dov’è il salame?”
E vi sembra un buon motivo correre per tre giorni di fila, solo perché lo si è fatto nei due giorni precedenti?
Ovviamente no, visto che la sera del quarto giorno ero talmente stanca che ho pensato di farne passare altrettanti prima di pensare di tornare a correre.

Oggi sono un po’ così…ma niente di inguaribile.

martedì 9 febbraio 2010

...e tre!

E con oggi sono tre giorni che corro, sempre alla stessa ora e nello stesso posto.
Da segnalare un costante peggioramento del crono, ma non c'è niente di nuovo per me: almeno un giorno di riposo devo mettercelo tra una corsa e l'altra; è una delle prime cose che ho capito da quando ho iniziato a correre.
Allora se lo sapevo perchè sono andata?

Pochi ma semplici motivi:

  1. pare che incomba di nuovo una tormenta di neve con temperature sotto lo zero, quindi mi adeguo al vecchio adagio "Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi"
  2. voglio iniziare ad usare le scarpe nuove, ma devo mettere più km in quelle vecchie, che non hanno niente di sbagliato. Quindi non ci sarebbe motivo di cambiarle, se non mi avessero regalato quelle nuove.
  3. circolava una mezza idea di una mezzamaratona il 21 febbraio, ma memore della fatica patita l'anno scorso a Centobuchi, sarebbe meglio fare un po' di fondo (per la velocità aspetto che a Giovanni gli ritorni la fissa delle ripetute).
  4. la giornata aveva preso una brutta piega sotto vari aspetti. Non che la corsa aggiusti tutto, ma almeno fare la doccia dopo è più gratificante.

Ora me ne sto al caldo dopo il tris...

lunedì 8 febbraio 2010

Due giorni consecutivi

Due giorni consecutivi di corsa, temo i controlli dell'antidoping.
Fiuto nell'aria l'impresa..

mercoledì 3 febbraio 2010

Le solite cose



Trovo rassicuranti quei monotoni 10 km della zona industriale, quelli che faccio sempre dopo il lavoro, quelli dove il tempo finale dipende anche da quanto ci metto ad attraversare le strisce pedonali.
L’abitudine a fare un percorso che conosco centimetro per centimetro, mi aiuta a trovare lo spunto per uscire, anche quando, dopo tre giorni di sole, la neve ancora deve sgiogliersi.
Alla fine vedo quasi sempre gli stessi numeri sul crono e questo a volte mi conforta, come stasera dopo un po’ di giorni senza corsa, altre volte mi infastidisce.

La solita odiata, ma inevitabile, visita medica per rifare il certificato agonistico è cosa fatta e si è anche chiusa con parole sibilline e profetiche: “Fa la brava…e vinci”.
Io, che di solito ho la risposta pronta, stavolta sono rimasta senza parole e ho lasciato lì un circostanziale “Arrivederci”.

Insomma niente di nuovo da queste parti, ma “L’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”

lunedì 1 febbraio 2010

Campionato regionale di corsa campestre....un po' di foto



Faceva freddo ieri mattina quando sono passata a caricare in macchina Giovanni: oggi non si corre, ma si va a vedere gli altri che corrono: all'Italo Conti ci sono i campionati di corsa campestre.
Il percorso è lucido come uno stagno nei tratti pianeggianti per l'acqua che ristagna da un po' di giorni, il resto è fango e ghiaia.
Lo so perchè in questi giorni c'ho corso spesso e per questo le scarpe sono un diventate un disastro.

Arriviamo che parte la prima batteria, quella a cui faccio più foto e mi si congela la prima mano.
Sbatto i piedi e saltello per non congelare, parte il secondo gruppo e con l'altra mano faccio altre foto.

Fa sempre più freddo.

Il terzo gruppo si becca solo quattro foto, perchè, mentre loro stanno iniziando il secondo giro, io e Giovanni stiamo già ordinando due caffè al bar.

Ore 11: nevica su Ancona ed è un evento che capita ad intervalli più che decennali...