giovedì 25 giugno 2015

Io e la montagna

La montagna non mi piace.
Non voglio che sia fresco, mi va benissimo il caldo.
Nessun laghetto morenico non m'ha mai incanta con la sua acqua limpida, per me sarà sempre solo una pozza troppo fredda per farci il bagno.
L'altitudine delle vette non mi stimola nessuna riflessione sulla grandiosità della natura e sulla piccolezza della condizione umana; mi ricorda solo che soffro di vertigini.
Il silenzio non m'invita a nessuna meditazione, nè ad alcun elogio della pace e della tranquillità.

Ma se si tratta di correrci allora è diverso.
Allora mi posso svegliare anche alle 5 di una domenica sacrificata al mare, posso farmi 2 ore di macchina per ritornare di nuovo sotto il Monte Vettore, guardarlo e pensare che non è poi così male.
Certo tira un vento che se non stai attento ti stende.
Ci sono giusto quei 10 gradi che, appena scendi dall'auto, ti fanno accartocciare le spalle.

Ma almeno c'è il sole quest'anno.
E poi quando ti passa di fianco l'ennesimo alpino in camicia e pantaloni corti, uno addirittura in canottiera, decidi che è ora di smetterla di essere una freddolosa ragazza di città.

Arriva il momento di cambiare atteggiamento, l'ora in cui s'indossano i pantaloni corti, addirittura più corti di quelli dell'alpino.
E si aspetta la partenza.

Da questo momento la montagna cambia e mi piace un po' di più.
Se corro non fa freddo.
Se corro il silenzio si riempe del ritmo del mio respiro.
Se corro non ho tempo di guardare in basso e di avere le vertigini.
Se corro mi piace respirare l'odore dell'erba calpestata.

Se è per correre allora ci posso tornare in montagna..