mercoledì 28 settembre 2011

Pixel e sudore




Nella foto Giovanni di spalle che mi precede mentre scendiamo dal Guasco. Dopo la salita al duomo, si butta un occhio al porto e al mare al tramonto. Sotto la città ronza e strombazza. A noi ci aspetta il parco del Cardeto, siamo al limite della visibilità e ogni tanto tentenno appoggiando i piedi.

Poi decidiamo di darci un taglio e saranno più o meno 15 km. Discesa leggera per il viale, un tentativo di allungare sotto gli Archi, io non raccolgo la sfida.

Ho sete.
Non ho smaltito il sacchetto di semi di zucca salati che ho divorato ieri notte: credo che la sensibilità alla lingua sia ormai compromessa e che avrò la bocca salata per gli anni a venire.

Domenica cercherò di soprevvivere alla mezza maratona di Serra de Conti.






venerdì 23 settembre 2011

G. Allora come sono andate le vacanze?
C. Bene, sette giorni di sole e di relax totale, me la sono proprio goduta. A parte il viaggio di ritorno: tra lo sciopero e i treni veloci che si rompono sembravo Ulisse che cercava di arrivare ad Itaca.
G. Corsa?
C. Quasi tutti i giorni, 11 km scarsi ma con 300 m di dislivello, tanta salita e tutta all’inizio.
G. Poi però ci sarà stata la discesa..
C. Mica tanta, alla fine è un saliscendi sulla cresta della collina e 700 m finali per tornare a casa, in leggera ed insopportabile salita. Da metterci ogni volta abbondantemente più di un’ora
G. Insomma sei sempre la solita lentona.
C. Quando mai sono stata veloce?

Conversazioni da corsa serale nel campo d’atletica, una corsa appesantita dalla giornata di lavoro, dall’umidità e da un paio di scarpe logore e vecchie, che sbatacchiano come ciabatte..
Chissà quando mi deciderò ad usare quelle nuove..
Ma forse non è colpa delle scarpe se invece che correre ciabatto…

venerdì 16 settembre 2011

mercoledì 14 settembre 2011

metamorfosi

Alternando una corsetta ad una pedalata, sempre con affianco l'afa e l'acqua del mare calda e piatta, ogni tanto ne approfitto per fare una nuotata..
La parola nuoto è un eufemismo, diciamo che riesco a spostare il mio corpo nell'elemento liquido.
Stili adottati:
cane libero in acqua..
mezzarana..
farfalla ancora nel bozzolo..
tartaruga sul dorso..

Da grandi miglioreremo.
L'importante è che il tempo passato a correre stà gradualmente aumentando e a mezzora ci sono arrivato.
Per la fine del mese mi piacerebbe avvicinarmi all'ora, tremendo mal di gambe permettendo..

mercoledì 7 settembre 2011

Ritorno a Frasassi




Ci sono cose che tutti quelli della mia generazione hanno fatto da piccoli, che ovviamente non avremmo fatto se fossimo nati anche a solo 100 km di distanza.
A parte cose scontate tipo passare l’estate al mare, tra i “must” (nel senso che non c’era possibilità di scamparla) ne cito tre:





  • c’era la visita periodica alla Santa Casa di Loreto, spesso in autobus, scortati dalla nonna devota. Dopo un breve tour della basilica, l’accensione di una candela ed il passaggio in mezzo alle mura nere della casetta proveniente dalla Palestina, che, per la verità, non sembravano tanto diverse da quelle di una casa di comuni mortali, si sperava di dare un senso alla giornata con un passaggio alle bancarelle che circondavano il tempio. E mentre la nonna voleva comprarci il solito rosario, noi volevamo tutt’altro…
  •  gita a Monte San Vicino, meglio se nelle canoniche ricorrenze del primo maggio o ferragosto: arrivo, breve passeggiata per trovare un posto dove mangiare al sacco e qui parcheggiare i genitori, ricerca di altri bambini per “fare qualcosa” sperando che qualcuno avesse almeno un pallone. Pranzo al sacco e seconda passeggiata, per digerire e raccogliere i ciclamini (che ormai credo si siano estinti). Se si voleva variare un po’ al posto del San Vicino, ci toccava il monte Cucco: una capocchia brulla e ventosa che piace solo a quelli che si buttano con il deltaplano e simili.
  •  visita alle grotte di Frasassi: stalattiti e stalagmiti, grotte, cunicoli, un grande freddo e un continuo gocciolare. Delle gite alle grotte ricordo una cavità gigantesca che ti dicevano avrebbe potuto contenere l’intero duomo di Milano (“Oohohooo!! Che meraviglia…” si diceva tutti in coro) e poi che era severissimamente vietato toccare le sculture calcaree naturali altrimenti, testuali parole, “Diventano nere e non crescono più”. Quindi appena si entrava tutti lì a toccare quel piccolo mozzicone di stalattite che era a portata di mano, annerito dalla curiosità umana.
Tutte queste cose poi si smetteva di farle.
Così domenica, quando non passata sotto l’ingresso alle grotte, l’ho riconosciuto subito e mi sono rivista piccola, con i capelli legati con due ciuccetti e in coda ad aspettare di entrare.

Ero lì per una gara, il trofeo grotte di Frasassi, 12 km, sperando di scampare all’afa e di trovare un po’ di fresco, sapendo che quest’anno non sarei sopravvissuta alla solita mezzamaratona a Bologna.
In molti avevano avuto la mia stessa idea e in tanti ci siamo ritrovati a correre lungo il fiume che entra ed esce dalla montagna, quello che in milioni di anni ha formato le grotte.
Già solo per fare 5 minuti di riscaldamento ero pronta per il concorso miss maglietta bagnata, perché faceva caldo anche lì.
Nonostante tutto imposto un passo dignitoso intorno al 5/km e lo mantengo in compagnia di Giovanni fino alla metà della gare: un po’ sorpasso e un po’ mi sorpassano.
Dopo il sesto chilometro arriva l’affanno e rallento, resto per i fatti miei e concludo la gara con 1h 03’ 17’’ (secondo il mio orologio).
Raccatto l’ultimo premio disponibile della mia categoria e vado ad attaccarmi alla fontanella pubblica dell’acqua: al ristoro non c’era più nemmeno un bicchiere!!!

venerdì 2 settembre 2011

il risveglio

Dopo un lungo sonno mi son ritrovato lungo il ciglio di una strada secondaria a correre contromano.
Dopo tanto e tanto pedalato ciò mi creava un certo disturbo, sarà che ancora il termo segna oltre i 30°,
sarà il dolore proveniente dal sistema muscolscheletrico avezzo solo al gesto pedalato, sarà che con la biruota si và in senso di marcia o per sentieri, ma l'esercizio è durato poco, dopo 20 interminabili minuti mi son rimesso al passo.
Ma prima di riaddormentarmi non mi son fatto mancare 3 giretti nella pista di atletica, il giusto per capire, dopo un attenta e profonda autoanalisi che il prossimo risveglio avverrà lungo sentieri verdi o altri colori, di campagna di mare o di montagna..
Buonanotteeee..!