lunedì 20 febbraio 2012

Si ricomincia di nuovo da zero


Dopo aver passato due settimane a spalare neve per consentirmi gli spostamenti vitali (ovvero, andare al lavoro e tornare a casa, anche sotto la tormenta, dopo la solita birra), l’idea di correre mi aveva sfiorato un giovedì sera dopo il lavoro, volevo fare una prova al campo d’atletica, visto che era da quasi 48 ore che non nevicava e ormai Ancona sembrava Livigno.

Non mi sono arresa alla prima difficoltà, cioè parcheggiare sul ghiaccio e tra due montagne di neve.
Ho preso la borsa e mi sono avviata verso gli spogliatoi.
Uno sguardo verso il campo per vedere cosa m’aspetta…e lì ho deciso che me ne sarei tornata a casa.

Una distesa immacolata, bianca, un mondo incantato.
Si vedeva solo un’esile striscia scura, su cui si affannavano in fila indiana i “soliti” che corrono sempre in pista: si erano aperti un sentiero, un ovale che devono aver scavato a forza di correre in circolo, correndo a memoria, ricordandosi che lì, sotto 30 cm di bianco, c’era la pista.
Tutto il resto non c’era più.

Ci ho riprovato ieri mattina: una mezz’oretta nella zona industriale vicino casa.

Una mezz’ora veramente deprimente: fiatone, gambe indecise e lente, piedi sempre in dubbio dove appoggiarsi, neve e ghiaccio camuffati da asfalto, macchine sempre troppo incivili e grosse pozzanghere impossibili da saltare…

Ho bisogno del sole…

venerdì 10 febbraio 2012

Caro M.P.


Caro M.P., in terza media organizzasti la tua festa di compleanno.
E mi ricordo, carissimo str…o, che avesti la premura di comunicarmi che invitavi tutti, tranne me e la mia compagna di banco.
Lei perché era una ragazza “equivoca, un po’ svelta”, sai com’è fuma in bagno, frequenta “quelli grandi”.
A me abbozzasti un discorso impreciso, del tipo “non siamo più amici come prima” o una banalità del genere.

Caro fetente, io con le orecchie ascoltavo, registravo in modo indelebile quello che dicevi, in testa però traducevo simultaneamente quello che si nascondeva dietro il tuo discorso: non eravamo più amici (pur non essendolo mai stati in modo particolare, diciamo che mi stavi abbastanza indifferente), nel senso che, dopo avermi importunata quotidianamente per almeno due settimane, telefonandomi a casa per farti dettare le soluzioni dei problemi di matematica, che nemmeno provavi a fare, ti sei sentito dire (quasi mi ricordo le parole) che “io i compiti li faccio copiare a chiunque, però di stare per questo un’ora al telefono non se ne parla. Quindi caro M.P. devi fare come tutti gli altri: te li copi la mattina prima di entrare in classe.”

Solo che tu eri un ibrido tra un fighetto e uno sfigato: non ti strizzavi come me con altri 150 ragazzi con cartella dentro il riservato, quello da 80 posti, compresi quelli in piedi.
No, a te ti portava il papà in macchina, ti scaricava pulito e stirato, mentre io, quando ce la facevo (perché m’è anche capitato dover scendere alla sede distaccata non riuscendo a passare il muro di carne che otturava la porta) scendevo da un autobus infernale.
Arrivavi un pelo prima della campanella fresco come una rosa, non avevi in faccia i segni della zip del bomber di qualche spilungone, anche lui passeggero del già citato riservato, contro cui eri stato pigiato per tutto il viaggio.

Non facevi in tempo a copiare, quindi te l’eri presa a morte e non mi volevi alla tua festa…

Ora dopo 25 anni, mi ritorni su come un rigurgito, mi cadi addosso come un escremento di piccione.
Telefoni qui al lavoro, ti presenti come l’ing. MP, riconosco subito la tua voce viscida, ma tu non sei altrettanto sveglio da riconoscere la mia.
Necessiti di una piccola fornitura.

Dandoti del lei, te la metto giù dura: occorre la partita IVA, non facciamo consegne, ci vogliono almeno 10 gg lavorativi perché la merce sia pronta, prima dobbiamo fare il preventivo che poi va confermato, pagamento al ritiro e alla fine ti do anche il telefono della concorrenza perché la tua faccia da busbana non voglio rivederla.

Tralascio altri particolari dei giorni successivi (tipo che fai fare l’ordine ad un tuo collega con partita IVA, parti bello e tranquillo per la settimana bianca e gli lasci l’incombenza di venire a ritirare e, credo, anche pagare) per concludere che alla fine sei dovuto passare tu a ritirare.

E così ho avuto il piacere di rivederti: sappi che sei ingrassato, soprattutto in faccia, a parte questo sei sempre il solito S…. .o.

PER IL RESTO VA "TUTTO BENE": NON CORRO DA UNA SETTIMANA E STO INIZIANDO AD INACIDIRMI...

martedì 7 febbraio 2012

Notizie dalla Siberia



Le strade si stanno pulendo e si inizia a sentire il sinistro ticchettio di macchine con catene allentate o rotte.
Ai lati della strada la neve ha assunto un bel color marrone-ruggine.
Nei campi e dove in generale non passano le auto è ancora compatta e immacolata.
I cumuli ammassati dalle pale degli spazzaneve o da braccia volenterose sono duri come i macigni e, credo, si scioglieranno non prima di marzo.
I pupazzi di neve ormai hanno assunto la consistenza del granito e potranno, tra qualche secolo, essere dichiarati patrimonio dell’umanità.

Di correre non se ne parla: marciapiedi impraticabili, strade con carreggiata ridotta e alle 7 di sera l’unica cosa che voglio è una doccia calda e una buona cena.

Sopravvivrò…ma che palle sta neve!!

domenica 5 febbraio 2012

A me l'inverno mi fa schifo

Lotto contro il freddo.

Spalo quintali di neve e mi sembra di usare una cazzuola.

Sta tutto sotto mezzo metro di neve.

Il primo che, questa estate, si lamenta se fa caldo e si suda...lo prendo a calci in bocca.

Saluti dalla Siberia.