mercoledì 31 agosto 2011

Un problema risolto

Al campo d’atletica di Ancona (l’unico che abbiamo) ci sono le crepe sulla pista, in ogni crepa abita una lucertola, negli spogliatoi ci sono le zanzare, tante zanzare, talmente tante che alcune si sono trasferite nella piccola e malconcia palestra che sta sotto gli spogliatoi.
Ora, se si aggiustasse la pista e si chiudessero le crepe, magari quelle pigre lucertole che fanno capolino da sotto il tartan e non si spostano neanche se in arrivo c’è un piede da 46 lanciato a tutta, potrebbero trovarsi costrette a cercare rifugio altrove…
Ovvero negli spogliatoi e nella palestra e per le zanzare non ci sarebbe più scampo, così io non starei a grattarmi come un gatto rognoso mentre, con estremo sforzo, cerco di mettere in fila quattro addominali.

Sterminate le zanzare, avremo i suddetti locali invasi da rettili, ma a questo punto, finito il cibo, non credo che si tratterrebbero a lungo.
Le lucertole, con la pancia piena, emigreranno altrove, le meno intenzionate potremmo convincerle ospitando qualche gatto, forse ne basterebbe anche uno solo se sadico al punto giusto (tipo la mia gatta bianca andrebbe benissimo).

E questo problema sarebbe risolto…

Ora devo pensare a come eliminare i calciatori abusivi che ci hanno invaso con i loro calzoncini sopra al ginocchio e le scarpettine…


martedì 23 agosto 2011

Agosto

Ferie finite (non l’estate per fortuna).

Agosto è volato (purtroppo).

Niente gare (anche se ce ne sarebbero state).

Un agosto di Langhe e mare Adriatico.

Le Langhe hanno portato il loro vino rosso, le grigliate, il riposo nel silenzio dei noccioleti e dei vigneti, fuori dalla portata di qualunque operatore telefonico, la lettura, i discorsi filosofici sulla vita e i banali ricordi di noi giovani della fine degli anni 80.

A sorpresa sulle colline astigiane è arrivata la prima corsa della mia vita alle 5 di mattina.

Poi, dopo 500 km di moto e autostrada, ecco l’Adriatico, quello solito, a 20 minuti da casa (parcheggio, discesa in spiaggia e stesura dell’asciugamano compresi) che non sarà la costa Smeralda, ma che ho rimpianto ogni volta che sono andata al mare da un’altra parte.

Ora sono tornata nel solito flusso delle cose: testarda non ne voglio sapere di svegliarmi prima per correre con un clima più gentile, quindi boccheggio alle 18 al campo di atletica, schivando squadre di calcetto in fervente preparazione, così come la flotta nera degli arbitri, i giovanissimi e velocissimi atleti che ancora sono nel pieno delle vacanze scolastiche, il custode che con la motozappa frulla la sabbia del salto in lungo…

Insomma sono ancora qui, a vedere se il test del moribondo lo passo oppure no…



lunedì 1 agosto 2011

Il peso degli 8 minuti

Ah…bei tempi…quando si tornava da Sarnano con in braccio il prosciutto.

Bei tempi quando all’arrivo si trovava la sorpresa di un piazzamento.

Bei tempi quando si faticava ma almeno si sentiva la strada scorrere sotto le suole.

Ora corrono altri tempi: quelli bui.

Tempi in cui le gambe fanno fatica e la strada sotto non scorre.

Tempi in cui si suda e non si portano a casa prosciutti.

Tempi da 8 MINUTI in più rispetto al tempo dell’anno scorso, sugli stessi 10 km.

Sarnano è un bel paesino, un bar ogni due abitanti, un chiosco mobile di porchetta che è la boutique del salume, una piazza con il traffico dell’ora di punta di una megalopoli e un paio di gare podistiche: una invernale ed una estiva, su due percorsi diversi, ma sempre molto ondulati.

Per entrambe le gare la stessa organizzazione paesana, da sagra, fatta con tanto amore, ma anche tanto caos..

Partenza alle 10 abbondanti e sotto un gran sole. Perdo subito la capacità di respirare ed il controllo del mio corpo.

Saranno i colpi della corsa scomposta in discesa, saranno i bagordi estivi, sarà che la settimana è stata molto faticosa, sarà quel che sarà…ma da subito mi sento piegata da una fitta al torace che non mi molla.

Sia che rallenti, sia che acceleri, sia che respiri profondamente o velocemente, il risultato è lo stesso: uno spillone conficcato nel torace e la totale incapacità di spingere con le gambe.

Riacquisto una parvenza di controllo di me stessa non prima del quinto chilometro, ma ormai non posso fare altro che arrivare al traguardo, con un epico passaggio all’ultimo ristoro dove non c’era più nemmeno un goccio d’acqua.

8minuti8minuti8minuti8minuti8minuti….questo sarà il mantra delle prossime corse!!