martedì 26 ottobre 2010

Marcialonga d'autunno a Castelferretti


Ho fatto la maratona!

Quale miglior scusa per cazzeggiare, per andare come mi pare, per non andare se piove, per osare 21 km in collina a soli sette giorni di distanza, come va va o per una simpatica non competitiva a Castelferretti di 12,450 km?

Tu dici: perché svegliarsi di domenica per farsi questi 12 km che potevi anche farteli sotto casa? Senza stare a preparare la borsa la sera prima, cambiarsi in mezzo al parcheggio, correre e arrivare senza avere la minima idea di quanta gente è arrivata prima di te, perché tanto contano solo i primi tre arrivati?

Innanzi tutto perché quelli dell’Atletica Falconara mi stanno simpatici e sono tra i pochi che nel raggio di 20 km ancora si sbattono ancora per organizzare una gara, sennò ogni maledetta domenica tocca stare in autostrada più tempo di quello che ci metto a finire io la gara.

Ma soprattutto perché io sono pigra, pigrissima, devo aver un buon motivo per svegliarmi, se non fosse stato per quei 12 km, sarei stata a rigirarmi a letto aspettando il momento per tirarmi su e decidermi a farne forse 10 km, avrei aspettato così tanto il momento propizio, che alla fine si sarebbero fatte le sette di sera e sarei direttamente passata alla solita birra media rossa con cui si chiude ogni domenica sera..

La gara?

Molta gente, la maggior parte credo sia arrivata prima di me, aiutati dal percorso pianeggiante e dalla giornata fresca e con un accenno di sole.

Io, con diligenza ho controllato i passaggi ogni volta che passavo, cercando di mantenerli costanti e i numeri del cronometro mi davano conforto, tanto che alla fine mi segno sul foglio excel degli allenamenti un bel 1h 02’26’’…quindi un 5’/km che non mi dispiace.

Bellissimo, caloroso e rumoroso il boato di tifo al ristoro a metà del percorso, neanche fossi in testa alla gara, da parte di Giuliano B., Concetta e Roberto L. (quest’ultimo mi ha anche gentilmente mandato la foto dell’arrivo).

Non c’è scusa migliore, dicevamo, dell’aver fatto una maratona per non aver obblighi e cazzeggiare…peccato che sia quasi passato un mese.

Devo cercarmi un’altra scusa..

giovedì 21 ottobre 2010

Domenica che fai di bello??


Io ci vado.....
Se vuoi pensarci, hai tempo fino a 15 minuti prima della partenza...

lunedì 18 ottobre 2010

Corri tu che puoi...

Io lo sapevo che era così, io lo sapevo che ero ancora stanca, che la maratona mi pesava ancora addosso, che poi c'era tutta quella salita alla fine..

Però pensavo anche che, dopo 42 km, 21 mi sarebbero volati, cioè che partivo e che arrivavo senza nemmeno renderme conto.
Inceve no.

Parto ottimista dalla piazza del comune di Serra de' Conti, mi faccio sciolti i primi 2 km e cerco un passo.
Le gambe spavalde affrontano la prima discesa e tengono bene la pianura; tutto mi è molto familiare, riconosco il percorso.
Poi arriva la prima salita, un chilometro circa, le gambe si adeguano allo strappo, le sento bruciare solo alla fine, ma non le assecondo perchè so che dopo la curva la strada spiana.
Riprendo il ritmo e affonto la seconda parte, ma inizio a sentire il vuoto.

Al 15esimo una bella discesa, giusto in tempo per farmi capire quanto sono stanca: molto. Le gambe non si fanno trasportare nemmeno dalla forza di gravità, intanto la testa si figura la fatica dell'ultima salita.

Eccola l'ultima salita, l'ultimo sforzo, tre chilometri per risalire in cima al paese...finalmente ci sono e le gambe si fermano: 1h56'49''.


Corri tu che puoi...

Si va bè, ma non esageriamo che le gambe sono stanche e poi all'altruismo podistico io nemmeno ci credo tanto.

venerdì 15 ottobre 2010

PostCarpi

Carpi non era un obbiettivo, né un traguardo.

Le gambe hanno riposato fino a mercoledì e correre ieri sera sembra che non gli sia dispiaciuto.

Sfrutto l’onda dei 42 km per non perdere il ritmo.

Lo so che pioverà come tutti gli anni...ma anche quest'anno ci torno, anche se da sola.

Percorso collinare e panoramico, non troppo lontano da casa (finalmente!!).

Mi riposerò quando arriverà il freddo, quello vero..


martedì 12 ottobre 2010

Carpi 10/10/10

Ore 9:20 di domenica: parte la maratona d’Italia ed io sto lì in mezzo; anzi no…sto praticamente davanti.
Sì, perché tutti i pettorali rosa (me compresa) partono dalla prima griglia: quindi davanti ho una mandria di ETILOPI, magri ed infreddoliti all’inverosimile, hanno la faccia di non sapere assolutamente dove si trovano, dietro invece orde di bufali che ingrossano le transenne e che scalpitano, pronti a calpestarmi.

Giovanni l’ho dovuto lasciare in fondo, tra i pettorali neri, ci siamo dati un elenco di almeno 5/6 posti e orari diversi per ritrovarci alla fine: se dovessimo mancarli tutti, ci vedremo (speriamo) sull’ultimo autobus utile per tornare in albergo.

La mia strategia è semplice: fino alla mezza si fa tutta una tirata, avanti senza pensarci, per poi puntare ai trenta con un po’ di parsimonia, affrontare quello che rimane a blocchi di 5 km.
Trovo un passo, mi sembra che potrei correrci per sempre e per ora mi viene spontaneo, tanto da parlare con quelli che ho intorno, lo tengo, anche se lo so che è troppo veloce e che non potrà durare fino alla fine.

Chiacchierando si è formato un gruppetto: una simpatica e coriacea signora bergamasca, un indigeno che conosce ogni incrocio, ma devono avergli cambiato il percorso perché ogni tanto non sa dov’è, uno che sta sempre in seconda fila, non l’ho mai visto in faccia, sento solo la sua voce che a ogni chilometro vuole sapere la velocità, più altri compagni più o meno occasionali.

Verso il decimo chilometro mi confessano che mi stanno seguendo, che stanno dietro al mio passo che fino a qui è stato sempre di poco sopra i 5’/km…
Ora capisco perché la voce in seconda fila vuole essere aggiornato continuamente sulla velocità, perché la signora dice che se arriva fino alla fine così mi da un bacio… chi glielo dice che sono saliti sul Titanic? Spero che si siano portati il salvagente…

Arriviamo compatti alla mezza: 1h 48’…uno dei miei migliori risultati per una ventuno chilometri, ma questa è una maratona, quindi sono ufficialmente un’incosciente.

Km 25: primo rifornimento lungo, bevo e mangio con calma un po’ di frutta (un gel per la verità l’avevo provato poco prima della mezza, ma proprio non mi piacciono), il gruppo s’è diviso, passata la metà della gara ognuno ha deciso di prendere la sua strada.
Purtoppo poco prima del trentesimo riaggancio la signora: ha male ad una coscia, corre ma a fatica.

Km 30: un po’ invidio la grinta con cui affrettano il passo quelli che si fermeranno a questo traguardo, anche se non ne hanno più, a loro sono rimasti pochi metri. Io invece mi dedico meticolosamente al ristoro: uno spicchio d’arancia, due di mela e una bottiglia d’acqua, cammino e mando giù con calma.

Riparto per la prossima cinquina: sono molti quelli che ormai camminano.

Al ristoro dei 35, mentre sono indecisa se prendere una bottiglia di te o di acqua, scegliendo alla fine di non privarmi di nessuna delle due, il mio compagno di corsa di quella frazione se ne esce con una grande esclamazione: mancano 7 km.
Non avendo altro da fare oltre a correre, cosa a cui pensano le gambe, impegno i neuroni in qualche operazione: sono 3 h 10’ che corro, poi se 7 per 6 fa 42 e se mi impegno un po’ magari ci metto meno di Salsomaggiore.
Se poi faccio 35 più 5 arrivo a 40…e mica mi fermerò a due chilometri dall’arrivo.
Km 38: riaggancio uno dei ciucciasuole che aveva preso il volo dopo la mezza, ovviamente si riappiccica.
Km 40: ultimo ristoro, banchetto anche qui, riparto e guardo l’orologio. Ho quasi 15 minuti per fare due chilometri e stare sotto le quattro ore.

Ultima curva e sprint finale per affrontare una piazza piena di gente: 3h 55’ 30’’

Purtoppo incontro Giovanni dove non volevo: già docciato da un pezzo perché un ginocchio traditore l’ha bloccato a metà gara….

martedì 5 ottobre 2010

...e facciamoci (forse) questa maratona di Carpi..

Iscritti d’impulso alla Maratona di Carpi!

Sii, proprio così, sia Cristina che Giovanni..

D’impulso, ma non del tutto impreparati…

Iscritti da pochi giorni, con un tetto sulla testa rimediato come al solito online, con il patema di arrivare lì e dormire in macchina.

L’estate ha portato un po’ di chilometri e l’autunno la decisione di non perdere l’opportunità di provarci, perché io lo so come sono fatta: non ho la pazienza di stare dietro ad un programma per più di un paio di mesi.

E’ gia successo con Salsomaggiore nel 2008: a fine dicembre mi spingono a farci un pensierino e a febbraio la faccio.

Stavolta tutto è iniziato con Giovanni che, per la prima volta in quattro anni, l’ho sentito parlare di maratona e io che faccio?

Ovviamente vado a fargli compagnia, ma di farmi un’altra mezzamaratona non mi andava, ci sarebbe il traguardo a 30 km, ma ne ho fatti più di 33 domenica scorsa, cosa faccio? Come i gamberi?

…allora mi rimane solo una possibilità: maratona.

Tanto ho da difendere un PB di 4h06’…

Dubbi? Tanti ma non ci penso, anche perché non ho tempo di pensare; quindi mi farò trascinare dagli eventi: mi metto lì alla partenza al Mugello e vedrò di riportarmi a Carpi.

Aspettatemi che arrivo…prima o poi.