lunedì 26 agosto 2013

Alla fine sono arrivate dalla Germania.
Giorni e giorni a spulciare la rete, a comparare numeri e taglie.
Le volevo uguali, prima che si estinguessero per sempre, prima che nuovi modelli più sgargianti e spaziali le facessero scomparire.
Certo, avessi trovato quelle con i fiorellini sul retro del tallone, avrei fatto la mia porca figura, ma pare che ne siano rimasti solo due esemplari su tutta la faccia della terra e purtroppo sono un 36.

Eccole che poi arrivano, pulite, nuove, viola e bianche, in forma, odorano di gomma, precise, le altre poverine, quelle vecchie, messe vicino, sembrano pantofole sformate e masticate dal cane di famiglia, forse odorano anche un po' di stallatico a farci attenzione...

Ovviamente non ho avuto il coraggio di usarle subito, sono rimaste nella scatola per molti giorni, continuavo a correre con le babbucce puzzolenti, anche alla corsa a tappe “Tra ulivi e vigneti”. Avevo deciso di regalare quest'ultima sudata alle vetuste Mizuno.

Prima tappa Montemaggiore: 13 km di colline. Sarà l'idea che ormai le scarpe sono vecchie, ma quando corro sento strani cigolii.

Seconda tappa Cartoceto (il giorno dopo): 15 km di altrettante colline. Ciabatto alla grande.
Scalo di un paio di posti, verso il basso, nella classifica di categoria. Torno a casa con una grande pesantezza alle gambe.
Riporto a casa le povere vecchie scarpe.

Le nuove ora sono fuori dalla scatola, le ho usate, in un giorno caldissimo, con le gambe ancora provate, perchè loro, a correre due giorni di fila si “stressano”, ma da qualche parte dovevo pur iniziare.

Una fine non troppo esaltante per le vecchie (che non ho ancora avuto il coraggio di buttare) ed un inizio poco brioso per le nuove.


Settembre arriva e ci sarebbe tanto da fare...


martedì 6 agosto 2013

Marcia dei 4 ponti

Un ritorno di ostriche crude, cozze e limoni, al limite della nausea, che sono gli echi della cena del sabato sera.
All'improvviso, mentre quei cari top runners non si decidono ad entrare nella loro gabbia separata, realizzo che sono 14 km...e chi li fa?!?
Sto su quel ponte, aspetto la partenza sudando, mentre avrei una gran voglia di fare il bagno nel fiume, anche se il livello dell'acqua basterebbe a rinfrescare giusto il pollicione del piede.

Si crea un gruppetto, niente di nuovo, ma quello che serve per sopravvivere alla giornata.
Il percorso non è niente di speciale, da segnalare solo un paio di borghi con il un po' di pubblico che sudava anche a battere le mani, un tratto sterrato bollente in mezzo ai campi, una bella salitona al 10 km per dar il colpo di grazia, una discesa spaccagambe ed un ultimo maledetto pezzo sul prato, che non finisce più, a cercare di non inciampare nei campeggiatori, che un po' applaudono e un po' ti guardano con pietà.
La pietà di chi sta a panza all'aria su una sdraio, si gode il fresco del fiume e aspetta solo che la moglie abbia finito di affettare il melone per mangiare. Va a sapere chi ha fatto la scelta giusta..

Alla fine un tempo onesto di 1 ora e 10 minuti ed un gratificante salame di categoria.


Resta da decidere se il podismo sta morendo di caldo o per la crisi...altrimenti certi miei piazzamenti non si spiegano.