lunedì 29 aprile 2013

I misteri ed i dubbi della Conero running

Quarta edizione e qui ancora non s'è stabilito se questo "coso" dotato di pettorale, dal nome un po' infelice di "Salesino", sia una balena, un delfino o un tonno.
Ignota l'identità del martire che per sei ore di fila ha sudato dentro quel sarcofago di gommapiuma blu e bianco.
Ma sopratutto, una volta estratto l'infelice figurante, come lo lavi "il fuori"?

E poi c'è il mistero della tipa che è arrivata per prima e che ha provato a dissetarsi in mare (dalla sete che aveva)...s'è buttata o è scivolata?

Invece chiamare ciabatte quei cosi rosa con gli occhi in fuori, che facevano parte del paccogara, è un dogma di fede: devi crederci e basta che puoi infilarle ai piedi.

Poi le solite insicurezze personali: dopo i 10 km trascinati di Lucrezia, pensare di farne 21 mi sembrava un'impresa un po' avventata.
La cena del sabato sera s'era ridotta ad una birra rossa media, una banana e alla visione di "Ulisse" su rai3...sarà sufficiente?

Partenza cauta per poi gestire meglio il noioso ritorno sul lungomare? O meglio fare come al solito e partire svelti che intanto a rallentare si fa sempre in tempo?
Sono all'undicesimo chilometro e sono passati 56 minuti, sto ancora andando veloce o ho già iniziato a rallentare?

Diciottesimo chilometro, dovrei sentirmi arrivata...ma com'è che il Conero mi sembra tanto lontano?


Poi ci sarebbero da investigare l'identità e le reali intenzioni del tipo vestito di nero, che ad un chilometro dall'arrivo confessa che "sono almeno 10 chilometri che ti seguo". Com'è che fino ad ora non t'avevo notato?

Ma il grande mistero è il mio tempo finale: 1h 48'44''....ancora non so come ho fatto...



sabato 27 aprile 2013

Lucrezia....sempre la solita


Il panino con la porchetta è un ricordo di fasti passati.
Forse la crisi o forse non esiste una porchetta per 1300 persone.
Il crono è sempre lo stesso, non il mio piazzamneto ogni anno scende in classifica (rientro comunque nelle fortunate che tornano a casa con una forma di caciotta ed una pentola).
La linea di partenza è sempre più affollata e si sta sempre più pigiati, non si smette mai di salutare gente.
Ogni anno la folla che viene a correre a Lucrezia aumenta.
Aumentano i competitivi, i passeggiatori, quelli con i cani, quelli con i passeggini, quelli con i bastoncini...

I chilometri sono sempre quelli: godibili, ma niente di particolarmente entusiasmante, nè di epico. Niente che faccia gridare all'impresa appena tagliato il traguardo.

Semplicemente una gara ben organizzata senza strafare.

Anche se, a pensarci bene, forse due chip, uno per scarpa, erano un po' eccessivi....

Domani invece si va a faticare per 21 km, sperando che lo scirocco di questi giorni non faccia brutti scherzi.



mercoledì 24 aprile 2013

Una corsa dietro l'altra...tutte d'un fiato

Domenica 11 km abbondanti di corsa a Casette D'Ete....una gara che sinceramente mi ricordavo più brutta, invece sai che stavolta m'è piaciuto quel giro in campagna?
Tra le palme.
Intorno al lago quadrato.
In mezzo ad una folla di gente, dove conta solo se arrivi tra i primi tre, perchè, se arrivi quarto sei in classifica di fianco all'ultimo, che tanto questa è una noncompetitiva, che viene via per 3 euri e torni a casa o con un chilo di riso o con un pallone da calcio.
E la gamba andava pure, se i km erano segnati giusti, un sospiro sotto i 5'/km..con pure qualche sorpasso interessante negli ultimi chilometri, perchè anche se è noncompetitiva, stare dietro non piace a nessuno.
59'39''...

Lunedi si è mandato di fretta il fax per la CorriLucrezia: io alla porchetta del 25 aprile non rinuncio (anche se sul regolamento della gara non ne ho trovata traccia quest'anno).

Martedi (ieri) soliti 13 km del solito giro del Q3...che vanno bene sia per la 10 km già citata sopra che per la 21 di domenica alla Conero Running, sia per l'inevitabile marcialonga dell'Avis di Chiaravalle del primo maggio.

Ma prima che tutto ciò accada, stasera ci metto una pausa: ci vuole assolutamente una birra, subito dopo il lavoro, senza nemmeno passare da casa per la doccia!

martedì 16 aprile 2013

Maratonina dei fiori...contro vento e contro la sfiga

C'è poco da dire se parti con attaccato il numero 17.
C'è poco da aspettarsi se non fai nemmeno due chilometri e di ritrovi a litigare l'asfalto con un gatto nero.
Non c'è da supirsi se, nemmeno al quarto chilometro, ti ritrovi a valutare se la palma che hai scelto sia abbastanza grande per non offrire uno spettacolo troppo indecente.
La palma ringrazia per l'annaffiatura e io riparto.

Sosta al ristoro...bevo non bevovo...bevo non bevo...alla fine bevo: meglio tornare dietro la palma che soffrire la sete per 21 km.

Considerando che tra lo scegliere la palma ed il resto un po' di tempo ce ne ho messo, al passaggio del quinto chilometro guardo con orgoglio il mio orologio che mi mostra una media un po' sopra ai 5'/km: smetto di credere alla sfiga del 17 e alla sventura del gatto nero.

Finisce il primo giro. Avanti con il secondo, piano ma con brio e pure con qualche sorpasso (di gente praticamente ferma sulle gambe).
Mi urge un'altra sosta, sempre presso la palma di prima, ormai collaudata, poi si tira dritto fino alla fine: 1h 52' 12''

Ecco questa è stata la mia quinta maratonina dei fiori....finita nonostante la sfiga!
L'anno prossimo si ritorna per la sesta edizione perchè la gara merita e per vedere se la palma s'è seccata

mercoledì 10 aprile 2013

Rumori dalla Vivicittà di Ancona 2013

Smak smak...come stai?
Bene, grazie.
Che dici ci sarà vento davanti al porto?
Boh, ma io sto leggera.
Ci scaldiamo?
No.

Bum!! Partiti..
Anf anf anf...ciaf ciaf ciaf...
Biiiip biippp
Vigileeeeeee le macchine!!
NiiinoooooNiiinooNiiinoo..
Brutto vecchio rin#######.
"Ma ste' lì 'n casa la domeniga matina"

Solite cose ed insulti tra i Duepiedi e i Quattroruote.
E io adoro correre in centro e far arrabbiare i quattro ruote.

Stessa gara dell'anno scorso e stesso tempo: 55'28''.

Adesso, se il tempo mi assiste, ho una settimana di tempo per "preparare" la Maratonina dei fiori...



martedì 2 aprile 2013

I trail a Tallacano....

Un paese attaccato alla parete della montagna.
Un cumulo di case abbandonate.
Poco più di sei o sette indigeni che messi insieme sfiorano il millennio.
Un bosco silenzioso.
Un fiume che gorgoglia e scappa a valle.
Cascate d'acqua che sbucano dalle pareti di tufo.
Un ponte malfermo e marcio per passare per l'ennesima volta il fiume.
Sentieri acquosi.
Pozzanghere inevitabili.
Una grotta buona per giocare a Rambo.
Ricci di castagne e primule da calpestare.
Fango che schizza sulle gambe.
Il dubbio se il ruscello sia meglio affrontarlo di petto, buttando dentro i piedi dove capita, o salvare il salvabile saltando sui sassi più grossi.
Vecchi montanari che guardano passare chi corre, ipnotizzati come le mucche che guardano sfecciare i treni.
Il vento che spazza l'ultima discesa e la solita angoscia di finire di sotto.
L'umida sensazione dei calzini ormai fradici.
Le gambe che fanno fatica perchè sul fango si scivola, in salita sono stanche ed in discesa hanno paura...

...e per fortuna il sole che ha ha scaldato chi, come me, ha deciso per il lunedi di pasquetta di abbandonare gare più tradizionali e di dare fiducia al I trail di Tallacano: un mondo dimenticato da Dio e abbandonato dagli uomini, ma bellissmo da correre...anche se si fa una fatica bestia e alla fine ti vedi sola in fondo all'ultima pagina della classifica generale.

Per domenica prossima invece si torna al solito asfalto e a del sano smog!