Un paese attaccato alla parete della montagna.
Un cumulo di case abbandonate.
Poco più di sei o sette indigeni che messi insieme sfiorano il millennio.
Un bosco silenzioso.
Un fiume che gorgoglia e scappa a valle.
Cascate d'acqua che sbucano dalle pareti di tufo.
Un ponte malfermo e marcio per passare per l'ennesima volta il fiume.
Sentieri acquosi.
Pozzanghere inevitabili.
Una grotta buona per giocare a Rambo.
Ricci di castagne e primule da calpestare.
Fango che schizza sulle gambe.
Il dubbio se il ruscello sia meglio affrontarlo di petto, buttando dentro i piedi dove capita, o salvare il salvabile saltando sui sassi più grossi.
Vecchi montanari che guardano passare chi corre, ipnotizzati come le mucche che guardano sfecciare i treni.
Il vento che spazza l'ultima discesa e la solita angoscia di finire di sotto.
L'umida sensazione dei calzini ormai fradici.
Le gambe che fanno fatica perchè sul fango si scivola, in salita sono stanche ed in discesa hanno paura...
...e per fortuna il sole che ha ha scaldato chi, come me, ha deciso per il lunedi di pasquetta di abbandonare gare più tradizionali e di dare fiducia al I trail di Tallacano: un mondo dimenticato da Dio e abbandonato dagli uomini, ma bellissmo da correre...anche se si fa una fatica bestia e alla fine ti vedi sola in fondo all'ultima pagina della classifica generale.
Per domenica prossima invece si torna al solito asfalto e a del sano smog!
martedì 2 aprile 2013
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1 commento:
domenica 14/04, maratonina dei fiori?
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