martedì 26 giugno 2012

Solo 18


Ci siamo contati ed eravamo solo 18.
Una serie di circostanze sfavorevoli tra cui un’altra corsa già svoltasi al mattino, una temperatura che non ce l’hanno neanche nella Death Valley il 15 d’agosto, l’imminente scontro epico in Polonia per salvare l’onore della patria ed ecco che a questa prima edizione del “Trofeo Massimo Galeazzi” siamo 18 gatti.

C’erano le premesse per prendersi tutti a schiaffi e sputarci in faccia per non essere rimasti a rosolarci in spiaggia, invece che venire a correre.

Tre pattuglie dei vigili a fare agli straordinari per vigilare sugli incroci, un apri-strada con la punto bianca dotata d’impianto d’amplificazione che urlava a tutti “di scansarsi che passa la corsa” quando noi tutti avremmo preferito correre nel più completo anonimato, un percorso accorciato a 6 km ma tutto salita e discesa, due ristori con acqua e the che forse potevo anche saltare, ma il bicchiere me lo hanno offerto con tale gentilezza che non si poteva dire di no, solo le anziane signore uscite a braccetto dalla messa delle 18 a fare il tifo, specialmente per le donne.

Potenzialmente sembrava un disastro.

Eppure è stato un disastro divertente, a cominciare dal solito esibizionista che è partito a palla davanti a tutti e che poi è evaporato facendo un bel botto molto prima del secondo chilometro.
Nemmeno l’apri-strada, riciclatosi poi come servizio scopa, è riuscito a trovarlo…

E’ stata una gran sudata per beneficenza, un’ottima scusa per andarsi poi a scolare due birre gelate nell’unico posto che non faceva vedere la partita.

venerdì 22 giugno 2012


Non corro.
Nuoto.
Anzi galleggio che è meno faticoso.

Di corsa se ne riparla domenica sera, ad un non competitiva di beneficenza e sotto casa.

Benvenuta estate...è tanto che ti aspettavo!!!

martedì 19 giugno 2012

La regina delle mosche


Sentivo un brusio. Forte. Continuo.
Insistente. Fastidioso.
Ho pensato che si sarebbero stancate.
Ho sperato che si perdessero e che il vento le spazzasse via.
Ero convinta che a forza di girare in circolo si sarebbero disorientate e mi avrebbero lasciato andare.

Ma non c’è stato niente da fare, nemmeno a prenderle a schiaffi, nemmeno ad infilarsi nel bosco sotto i rami più bassi, nemmeno ad appiccicarsi a qualche altro sventurato lungo il sentiero affinché cambiassero obiettivo.

Tanti passi facevo io, tanto si spostavano loro, sempre sopra da sentirle fino in fondo al cervello, senza vederle, solo ombre rumorose che intravedevo con la coda dell’occhio.

Alla fine mi rassegno all’evidenza: sono una merda!
Altrimenti come si spiegherebbe quella nuvola di mosche che ha deciso di sciropparsi 19,700 km tra un rifugio e l’altro di Forca di Presta, proprio sopra la mia testa?

Appena partiti, fatto nemmeno un km il tipo dietro a me mi fa: “Perché hai quasi 100 mosche sopra la testa?”
Da lì in poi io ed il mio codazzo siamo stati inseparabili: quando camminavo in discesa sulla cresta di montagna che si affaccia sulla piana di Castelluccio quasi in fiore, sulla sassaia che porta al primo rifugio, sul sentiero stretto che sale verso il rifugio dell’Enel, nella penombra del sottobosco mentre incrociavo gli escursionisti che facevano il nostro sentiero al contrario, sull’ultimo prato in salita dove ero riuscita a riprendere almeno 4 “stambecche” che m’avevano sorpassate in discesa…

Ho riportato tutto il battaglione sano e salvo all’arrivo, esattamente dopo 2h09’ e un po’ di secondi, non ho perso nemmeno un elemento per strada.
Compatto il nuvolone nero ha concluso soddisfatto la trentanovesima edizione “Da rifugio a rifugio”, per poi trovare ristoro e rifocillarsi nella spazzatura alla ricerca dei piatti sporchi di riso alla panissa cucinato dagli alpini di Vercelli.

Solo a questo punto ho potuto godere del silenzio della montagna e dell’azzurro del cielo appoggiato sopra il verde dei Sibillini..

Ed ecco la regina delle mosche:

martedì 12 giugno 2012



A malincuore e con il mal di pancia quest’anno rinuncio alle “RANE”.
Forze oscure hanno rimescolato tutto il calendario podistico regionale e quasi niente è al suo posto.
Tante corse sono finite una addosso all’altra.
Di andare a dormire a l’una di sabato notte, perché tanto lo so che alla birra e alla piada non rinuncerei, per poi svegliarsi alle 5 non se ne parla.
Quindi tornerò solo dalla SIBILLA, alle sue montagne e ai suoi sentieri.

Andrò a sentire se ha qualcosa da dirmi…