Venerdi sera a Senigallia ad incontrare Marco Olmo c’ero anche io e confesso che è stato un incontro affascinante, anche se forse troppo breve per capire bene che persona sia.
Una frase mi è rimasta in testa e l’ho ruminata in questi giorni: “Si diventa schiavi di quello che si è fatto”.
E’ stata la risposta di Marco a chi gli chiedeva che cosa lo spingesse a correre ancora alla sua età, a pensare di tornare a correre nel deserto o ad affrontare una corsa di 160 km sul Monte Bianco.
Intendeva che in qualche modo, anche se bonario, ma non per questo meno coercitivo, le persone spesso si aspettano che ritorniamo a compiere le “nostre imprese”, che torniamo a fare quello che abbiamo compiuto.
In realtà i primi a pretendere siamo noi: ci “prendiamo gusto”, ci piace ripensare a quello che abbiamo fatto, vogliamo rifarlo, anche quando sarebbe più onesto ridimensionarsi e trovare stimoli non in quello che è stato, cercando conforto nei “tempi (cronometrici) passati”, quando sarebbe meglio pensare solo a quelli futuri, anche se è più probabile che siano peggiori ed accettarli.
Sarò diretta: ma vi sembra normale che ogni volta che vado ad una gara la prima cosa che mi si chiede, quando torno, è “Dov’è il salame?”
E vi sembra un buon motivo correre per tre giorni di fila, solo perché lo si è fatto nei due giorni precedenti?
Ovviamente no, visto che la sera del quarto giorno ero talmente stanca che ho pensato di farne passare altrettanti prima di pensare di tornare a correre.
Oggi sono un po’ così…ma niente di inguaribile.
lunedì 15 febbraio 2010
Schiavi di ciò che si è fatto
Pubblicato da Cristina alle 23:02
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4 commenti:
Che bella la foto... Non è che ti stai allenando per l'UTMB anche te?! :-D
Ciao!
Cri, bel post. Come dicevamo....bisogna cambiare tutto perchè tutto rimanga uguale...no, comunque OLMO 1 grande, nn te le manda a dire eh? T fa sentire 1 pò schiavo del ,clichè podista=unochearrivaprimo. Forse nn è molto bello ridurre così gg. e gg. d allenamento. In altri paesi (lo so sono esterofilo) nn c'è qs concetto del primo, si fa sport per altre motivazioni....(che commento Kilometrico, quasi quasi lo metto nel blog)!CIAO.
Cri riposati e goditi il salame; io son schiavo della coca cola, ma ognuno a le sue, compreso il buon Marco Olmo.
Bella foto, dove eri?
Ciao!
@Franchino: in questo periodo corro cazzeggiando, altro che UTMB!!
@Ciro: sono d'accordo con te è Olmo è una persona con le idee chiare e dice quello che pensa senza giri di parole.
Mi chiedo quanto sia "salutare" l'atteggiamento dell'amatore che si impone allenamenti da professionista e ne fa quasi un lavoro.
@Furio: ero a Maso Corto in Val Senales, più o meno dove hanno tovato quella mummia congelata, Otzi...birra e brezel!!
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