lunedì 15 febbraio 2010

Schiavi di ciò che si è fatto

Venerdi sera a Senigallia ad incontrare Marco Olmo c’ero anche io e confesso che è stato un incontro affascinante, anche se forse troppo breve per capire bene che persona sia.
Una frase mi è rimasta in testa e l’ho ruminata in questi giorni: “Si diventa schiavi di quello che si è fatto”.
E’ stata la risposta di Marco a chi gli chiedeva che cosa lo spingesse a correre ancora alla sua età, a pensare di tornare a correre nel deserto o ad affrontare una corsa di 160 km sul Monte Bianco.

Intendeva che in qualche modo, anche se bonario, ma non per questo meno coercitivo, le persone spesso si aspettano che ritorniamo a compiere le “nostre imprese”, che torniamo a fare quello che abbiamo compiuto.
In realtà i primi a pretendere siamo noi: ci “prendiamo gusto”, ci piace ripensare a quello che abbiamo fatto, vogliamo rifarlo, anche quando sarebbe più onesto ridimensionarsi e trovare stimoli non in quello che è stato, cercando conforto nei “tempi (cronometrici) passati”, quando sarebbe meglio pensare solo a quelli futuri, anche se è più probabile che siano peggiori ed accettarli.

Sarò diretta: ma vi sembra normale che ogni volta che vado ad una gara la prima cosa che mi si chiede, quando torno, è “Dov’è il salame?”
E vi sembra un buon motivo correre per tre giorni di fila, solo perché lo si è fatto nei due giorni precedenti?
Ovviamente no, visto che la sera del quarto giorno ero talmente stanca che ho pensato di farne passare altrettanti prima di pensare di tornare a correre.

Oggi sono un po’ così…ma niente di inguaribile.

4 commenti:

franchino ha detto...

Che bella la foto... Non è che ti stai allenando per l'UTMB anche te?! :-D

Ciao!

ciro foster ha detto...

Cri, bel post. Come dicevamo....bisogna cambiare tutto perchè tutto rimanga uguale...no, comunque OLMO 1 grande, nn te le manda a dire eh? T fa sentire 1 pò schiavo del ,clichè podista=unochearrivaprimo. Forse nn è molto bello ridurre così gg. e gg. d allenamento. In altri paesi (lo so sono esterofilo) nn c'è qs concetto del primo, si fa sport per altre motivazioni....(che commento Kilometrico, quasi quasi lo metto nel blog)!CIAO.

Furio ha detto...

Cri riposati e goditi il salame; io son schiavo della coca cola, ma ognuno a le sue, compreso il buon Marco Olmo.
Bella foto, dove eri?
Ciao!

Cristina ha detto...

@Franchino: in questo periodo corro cazzeggiando, altro che UTMB!!

@Ciro: sono d'accordo con te è Olmo è una persona con le idee chiare e dice quello che pensa senza giri di parole.
Mi chiedo quanto sia "salutare" l'atteggiamento dell'amatore che si impone allenamenti da professionista e ne fa quasi un lavoro.

@Furio: ero a Maso Corto in Val Senales, più o meno dove hanno tovato quella mummia congelata, Otzi...birra e brezel!!