Si narra di epici scontri nell’edizione 2012 della Vivicittà
ad Ancona.
Si dice che un presunto corridore privo di pettorale, quindi
un abusivo o un jogger agganciatosi al serpentone dei regolari, abbia avuto un
intenso e fisico scambio di opinioni con uno qualunque dei vigili urbani che
disciplinavano l’attraversamento della corsa ed il flusso delle macchine
davanti al comune.
Le cronache anconetane riferiscono che il jogger, forse
inconsapevole del fatto che “se non hai il pettorale ben in vista, non sei uno
che corre la gara, ma solo un pedone arrogante che vuole passare con il rosso”
non abbia mai provato la gioia di tagliare il traguardo, ma i testimoni dicono
che abbia finito la sua corsa diritto dentro alla camionetta dei vigili.
Si narra poi della battaglia di Cristina contro la cena
della sera prima: un piccolo plotone di almeno quattro bicchieri di bianco, per
la precisione due di Tocai e due di un altro bianco friulano non identificatosi
(per la cronaca il Tocai non m’è sembrato eccezionale), un piccolo reggimento
di crostini alle noci e formaggio puzzone, comandati da una pinta di birra
rossa doppio malto.
Una piccola scaramuccia mattutina con la nausea, un vago
sentore di puzzone che si riaffaccia, spinto su dalla birra…condizioni ideali
prima di una gara, in una domenica mattina minacciata dalla pioggia.
Ricacciavo giù il puzzone con un caffè, colazione saltata,
per non mandare rinforzi al nemico, ma per tutta la metà del primo giro,
lungo la discesa affrontata un po’ alla garibaldina, lo sentivo che scalpitava
e attendeva il momento buono per colpire.
Al giro di boa pensavo di aver risolto a mio favore lo
scontro e ci bevevo sopra anche un po’ d’acqua, per affogarlo per sempre.
Invece il bastardo cercherà di colpirmi alla fine, sotto il
traguardo, quando, con il cuore in gola, finivo questi 12 km molto scarsi, dopo
una volata sulla malconcia pista di atletica del vecchio stadio Dorico.
Per un attimo c’è stata l’imbarazzante possibilità che il
puzzone tagliasse il traguardo prima di me.
Puzzone a parte questi 12 km li ho portati a
casa in 55’48’’, insieme ad un ignobile piazzamento nella mia categoria,
ottenuto, non grazie alle gambe, ma per la bassa affluenza di donne categoria
I.
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