Ho scelto di farla breve.
Ho pensato che, anche senza sbattermi troppo in settimana, sarei sopravvissuta a 6 km scarsi di corsa in montagna.
La partenza era per le 9....al massimo in 45 minuti pensavo che avrei corso, mangiato tanto cocomero, salutato un po' di gente, dato uno sguardo alla bancarella delle scarpe e avrei ripreso la via di casa verso il mare.
Non m'importava se era pure il campionato regionale di corsa in montagna.
Allora domenica mattina sono a Cingoli. Ho le gambe ingolfate dal caldo, dalle birre e dai fritti del sabato sera in spiaggia. Una gran sete. Voglia di partire e di farla finita.
Io non lo so nemmeno come ci si riscalda prima di una gara di 6 km.
Comunque il primo chilometro abbondante è una discesa di tornanti che non mi piace per niente, sull'asfalto. Sto a guardare un po' di sorpassi.
Quando arriva la "montagna" finisce l'asfalto, si fa subito un bel polverone e si inizia a sudare per bene.
Prima salita e si fa un po' di selezione.
Seconda salita e finalmente inizio a respirare.
Ma già si ritorna sull'asfalto e si conclude: 33'16'' con un terzo posto di categoria, un po' inatteso.
E la domenica si prolunga ad aspettare la medaglia. Ma finisce come
m'aspettavo: al mare, sotto un sole che finalmente posso chiamare
estate.
lunedì 29 luglio 2013
Pubblicato da Cristina alle 22:48
lunedì 22 luglio 2013
Domenica trasandata
Pubblicato da Cristina alle 23:24
Al solito ecotrail del Sasso Simone c'avevo rinunciato da qualche giorno, che le gambe non erano buone per tutti quei chilometri in montagna..
Ma in una buona domenica di riposo al mare ci speravo.
Invece ecco un bel paio di scosse di terremoto, proprio nel punto migliore della notte.
Un temporale di fulmini ed acqua a secchiate al mattino.
E la buona domenica di riposo, diventa un giorno noioso. Nervoso. Umido.
Se ne tira fuori solo un caffè al bar ad ascoltare i racconti della nottata.
A mezzogiorno sto lì che pranzo con un'insalata di pasta al tonno che doveva stare in spiaggia.
In un momento di euforia mi riprometto che avrei dato un senso alla giornata con un po' di corsa, una volta calmatasi la furia degli elementi.
Poi invece mi impigrisco a letto, a recuperare un po' di ore di sonno.
E alla fine tutto quello che posso chiamare "corsa" è stata la misurazione dell'isolato, per un totale di 12 minuti di sforzo aerobico sovrumano. Verrà buono per la cattiva stagione.
In serata un regalo inaspettato: maglia tecnica "YogaXrunner" e anche questo fa parte del capitolo corsa di questa domenica noiosa ed un po' buttata.
La maglia merita di essere sudata...per lo yoga vedremo.
lunedì 15 luglio 2013
Sono una carogna
Pubblicato da Cristina alle 23:21
Scopro risvolti podistici da carogna.
Mi trovo a puntare la preda, a mezzo chilometro, impiccata sulla salita.
L'avevo persa di vista chilometri prima, quando m'aveva passato all'inizio di una lunga discesa, mentre stavo ferma al ristoro. Era scesa a valanga. Io come al solito avevo lasciato fare, che lì su due piedi non m'importava.
Avevo già da combattere con il diluvio universale, l'acqua nelle scarpe, la maglietta zuppa che s'attaccava addosso e le pozzanghere.
Non pensavo che l'avrei rivista. Ed invece a due chilometri dalla fine la vedo lì davanti, ma è lontana, è un puntino.
Un puntino a cui però inizio a farmi sotto, perchè ora di salita ce n'è tanta e a lei non sembra piacere troppo, quando ormai ce l'ho a pochi metri esce la carogna.
E la carogna ora prende le decisioni: non stare troppo sotto che sennò s'accorge che gli stai alle calcagna. Silenzio assoluto, non si parla con nessuno: sempre per rimanere nscosti il più possibile.
Prepara il sorpasso, prendilo alla larga che sennò ti si aggancia.
Prendi più vantaggio che puoi in salita, cerca di non farti riprendere in quei cento metri di discesa, se ci riesci è fatta, perchè l'arrivo è in salita
E così è andata: in poco meno di un chilometro e mezzo s'è fatta la differenza tra il tornare o meno a casa con la lonza per il terzo posto...
...e la lonza ora è in cantina a stagionare...
lunedì 8 luglio 2013
Trofeo del pesce fritto a Fano (questo proprio mi mancava)
Pubblicato da Cristina alle 22:52
Si trattava di scegliere tra il consolidato prosciutto a Sarnano e l'incognita del pesce fritto a Fano.
L'importante era andare.
Si decise per l'ignoto, non per sprezzo del pericolo o per quale voglia di nuovità, ma solo perchè questo stava a quaranta minuti di macchina da casa, mentre per il prosciutto ce ne sarebbero voluti molti di più.
Con la promessa di una calda domenica, nella borsa per andare, accanto ai calzini ed alla canotta, si era imboscato anche il bikini, con l'intento di correre e di scappare a mitigare la fatica al mare, che già si sudava solo ad attaccare il pettorale con le spille.
Salitelle e salitoni.
Frazioni con nomi ridicoli come Caminate che invitano al passo, proprio nel momento in cui la salita è veramente dura.
Discese per riprendere fiato, in mezzo ai campi di girasoli e grano.
Provvidenziali contadini che un po' annaffiano l'orto e un po' spruzzano questi poveri podisti.
Una gran sudata, fino alla fine, cercando di tenere un certo passo che sono solo una decina di chilometri ed il mare mi aspetta.
Poi tanto cocomero all'arrivo, da sentire la pancia che scoppia, per cercare di far passare quella sete infernale.
Ultima cosa d'aspettare le premiazioni per un quarto posto di categoria, poi solo spiaggia e mare...fino a sera.
mercoledì 3 luglio 2013
La salita
Pubblicato da Cristina alle 23:13
A volte da, a volte toglie.
A volte è meglio guardarla diritta in faccia.
Altre volte è meglio tenere gli occhi fissi a terra.
A volte ti consuma.
A volte non te l'aspetti e non finisce mai.
A volte la pensavi peggio di quello che è.
Ma a volte la salita da tanta soddisfazione..e ti regala una serata che non t'aspetti.
Partenza
senza freni, a forzare, che è inutile raccontarsi la balla che ci si
risparmia in discesa perchè poi arriverà la salita.
Io agli arrivi in progressione non mi sono mai convertita.
Quindi finchè l'asfalto scorre veloce meglio approfittare. Alla salita ci si penserà quando arriva.
Nel
buio che disorienta, tra le lucciole, nel silenzio che riporta
all'arrivo, tra i sospiri e le imprecazioni, ho riconosciuto ogni curva,
ogni pendenza di quella salita finale che conclude la caccia alla rana
di Barchi.
Un tempo di uno sputo sotto l'ora, un piazzamento di categoria con il solito salame annesso...
La
salita da tanto, se la prendi dal verso giusto, in una serata che sei
di buon umore e che decidi che non t'importa di faticare, che vuoi
sentire le gambe.
....sempre più convinta che la Caccia alla rana di Barchi è una delle corse che più mi piace correre...