Un amico di lunga data, uno di quelli di cui si può dire che lo conosco veramente da trent'anni, uno di quelli che frequento quasi sempre con un bicchiere di birra in mano, uno di quelli che il numero di telefono non ho bisogno di cercarlo in rubrica perchè lo so a memoria.
Ecco, con questo amico, ogni tanto si corre anche insieme, non spesso per la verità.
Sabato pomeriggio, davanti ad un tavolo apparecchiato con birre medie, Campari&vino, prosecchi e simili, mentre si parlava tra amici esce fuori che io e Giovanni avremmo corso la ConeroRunning: a due passi da casa, pianeggiante, insomma un buon modo per iniziare una domenica mattina.
Il sopraccitato amico ha anche casualmente comprato proprio quella mattina un paio di scarpe nuove per correre, quale migliore occasione?
Va bene arruoliamo anche lui, la mattina dopo lo carico in macchina e si va.
Per me è una bella giornata: il mare è una tavola, c’è un po’ di brezza ristoratrice, nemmeno una nuvola, il lungomare di Numana è in fermento, non passa una macchina e tutti aspettano di vedere com’è questa ConeroRunning.
L’amico è privo di qualunque tessera e, credo, di qualunque certificato medico, ovviamente nessuno dei volontari lo vuole iscrivere: dopo un po’ di questua raggiunge un compromesso e rimedia un pettorale non-agonistico.
Alla partenza Giovanni fugge perché ha fretta, io e il podista-suicida corriamo insieme. Il primo tratto del lungomare scorre bene, a parte un piccolo contrattempo al rifornimento, poi si imbocca un lungo rettilineo in mezzo alla campagna che porta diritto sotto la cupola del santuario di Loreto; guardando davanti si vede solo lo sciame dei podisti colorati che hanno completamente invaso la strada.
L’amico è una bomba innescata, ma, purtroppo per lui, la miccia non è lunga abbastanza per 21 km, infatti al dodicesimo arriva il blocco totale delle ginocchia e deve camminare, la situazione non è bella, siamo nel punto più lontano dal traguardo, in mezzo al niente….
Io da brava amica…..tiro diritto, senza voltarmi gli dico di bere ai ristori, punto al traguardo e al pastaparty. Non mi volto nemmeno una volta per vedere se ha ripreso a correre.
D’altra parte anche io ho avuto il mio momento nero: al decimo chilometro una fitta insopportabile al fianco destro, non riuscivo a respirare né tanto meno a correre, mi sono dovuta fermare un po’ a camminare fino al ristoro. E’ possibile che al fegato vengano i crampi??…perché la sensazione è quella.
Improvviso come era arrivato, dopo alcuni minuti il dolore se n’è andato e sono tornata a correre più o meno come prima.
Arrivo in 1h56'45'' (stop compreso).
L'amico arriverà molto dopo e parecchio provato: io non l'ho nemmeno aspettato all'arrivo, ero a mangiare un ottimo piatto di ciavattoni al pesce....credo che andrò all'inferno.