domenica 21 giugno 2009

Poteva anche piovere...



Poteva andare peggio.
In che modo?
Poteva piovere!
La sveglia stamattina ha suonato presto, m’ero giusto addormentata quattro ore prima, mi preparo nonostante fuori piova di brutto.
Poco prima delle 6 sono in macchina di Fabio e partiamo per Forca di Presta, che è un posto tanto tanto tanto lontano, ci vogliono due ore per arrivare e le indicazioni stradali sono un po’ scarse..
Quando finalmente siamo in mezzo ai Sibillini, mentre vaghiamo per tornanti e in mezzo alla piana di Castelluccio, le nuvole sono tutte lì, incastrate sulle cime delle montagne; una in particolare ha avvolto per bene il rifugio “Giacomini” da dove si parte, tanto che arriviamo, parcheggiamo, ma il rifugio nemmeno si vede.

Ritiro il pettorale mentre gli alpini montano le loro tende.
Difficile decidere come vestirsi, non piove, ma siamo dentro la nuvola, c’è molto vento, quindi cappello da baseball per riparare la testa e la faccia, maglia a maniche lunghe sotto, maglia da ciclista sopra con le maniche corte perché mi servono le tasche per metterci i guanti e il k-way…casomai ci facesse la grazia di uscire il sole.

Si parte alle 9, non so quanti siamo, perché ci perdiamo subito nella nebbia.
Il percorso è abbastanza impegnativo, ma segnalato benissimo (non ho avuto dubbi nemmeno io), non ci sono salite impossibili, solo saliscendi, ma il sentiero è stretto e spesso coperto dall’erba alta e bagnata, si scivola con molta facilità.
Verso l’ottavo incontro una ragazza di Pescara, Franca, iniziamo a correre e chiacchierare insieme, ci facciamo compagnia, specialmente dal dodicesimo chilometro in poi, dove la situazione si stava facendo veramente buia: raffiche di vento fortissimo, tanto che devo tenere il cappello fermo in testa con la mano, probabilmente siamo in cima, ma non si vede più in là di 10 metri.

Finalmente incontriamo un alpino, in mezzo al niente che ci dice di svoltare a sinistra dove finisce il sentiero, infatti imbocchiamo una strada larga e a testa bassa, contro il vento, per gli ultimi due chilometri andiamo avanti.

Arriviamo insieme: 2h10’ per 19,7 km, zuppe dalla testa ai piedi.

Vado di corsa a cambiarmi e alla macchina trovo Fabio, anche lui abbastanza provato.

Mi procuro un bicchiere di barbera e un risotto con salsiccia e fagioli caldo caldo preparato dall’alpino cuciniere per scaldarmi e, senza pietà, me lo mangio per tutto il viaggio di ritorno, mentre Fabio di fianco è in preda alla nausea ed altro…ma questo magari ve lo racconta lui…

2 commenti:

franchino ha detto...

Quel risotto con salsiccia e fagioli accompagnato dalla barbera è valso tutta la fatica che hai fatto scommetto... Dal resto quando ci sono gli Alpini dietro ai fornelli è una garanzia!

Cristina ha detto...

Hai ragione! Il risotto era tanto e buono, il vino era solo poco...