venerdì 15 maggio 2015

Solo il primo della fila può decidere

Il primo della fila decide.

Decide se si corre.
Decide quanto si corre.
Si tira dietro tutta la fila che tiene il passo, fissando le suole delle scarpe del capo.
Chi si attarda e perde il contatto resta dietro e non recupera.

Lui che sta davanti, sente dietro i sospiri e gli sbuffi.
Gli arrivano gli echi della fatica che si fa alle sue spalle.
Voltandosi appena, chiede ogni tanto, per dovuta cortesia, se qualcuno vuole passare, anche se sa che finché sta davanti il passo lo decide lui.

Qualche battuta su quanto è dura la salita.
Qualcuno che chiede quanto manca.
Vuole sapere quanto c'è ancora da soffrire.
Chi l'ha già fatta o tace e ride sotto i baffi, oppure affossa il compagno della fila, gli azzera qualunque voglia di accelerare con l'oscura promessa che il peggio è da venire.

Il primo della fila sta in silenzio, sale e spera di perderne qualcuno per strada, perché la responsabilità è tanta, così come la fatica.
Anche perchè quelli ti seguono come fossi il pifferaio magico: se sbagli strada, non vedi un segnale, tutta la fila finisce a pascolare nell'ignoto.
Sempre con il sospetto e l'ansia che qualche traditore, appena l'hai portato in cima, si dia alla fuga.

Il primo della fila corre davanti, ma quando inizia a camminare, tutta la fila immediatamente fa lo stesso e tira pure un sospiro di sollievo: tutti volevano camminare, ma nessuno vuole essere il primo a cedere.
Solo il primo della fila può decidere quando si cammina.

Sarà per questo che al sesto chilometro della quarantesima edizione della primavera fabrianese, appena passato il bivio dove si decide se fare 22 km o solo 15, davanti alla prima vera salita della distanza lunga, dopo il ristoro, mentre corriamo per imboccare di nuovo il sentiero stretto nei boschi, io ed il ragazzo di fianco a me ci blocchiamo e ci guardiamo in faccia: chi va per primo?

Un momento d'imbarazzo risolto da un terzo personaggio, che sbuca alle nostre spalle ed ignaro imbocca il sentiero per primo.
Adesso la responsabilità di portarci su è sua...



Poi piccole, futili ed effimere soddisfazioni dalla gara di domenica: 22 km finiti in 2h56'.. e per ricompensa una bella coppa per essere arrivata terza...


2 commenti:

Roberto L ha detto...

pantharun -> pantarun -> panta rei -> tutto scorre -> tutto corre: giusto?

Cristina ha detto...

...e certo che è così!!