martedì 6 maggio 2014

Formaggi padelle salami e "mastelle"

La dispensa va riempiendosi.
E' iniziata la stagione della caciotta dolce, quella non troppo stagionata: sono arrivata a 3 pezzi.
Merito del trail di Pasquetta e dell'inatteso tempo di 50'47'' della corsa del 25 aprile a Lucrezia.
Si consolida la strategia del “parti a tutta anche se poi scoppi”, almeno sulla distanza dei 10 km, pare che sia quella vincente.

E sempre a Lucrezia, quando le classifiche di categoria vengono stampate, (si sappia che non riesco proprio a rassegnarmi a cercarmi sotto la colonna delle MF40), scopro che verrò omaggiata anche di una utilissima padella con manico (serve sempre...)

Per continuare con le proteine animali, il primo maggio a Chiaravalle ovviamente ha consegnato il solito e graditissimo salame tipo Fabriano, che possono anche diventare due salami, se sei abbastanza astuta da portare come compagno di corsa l'amico vegetariano..
Non è da disgnare nemmeno il tempo: 49'28''


Poi si arriva alle "mastelle", che sarebbero recipienti, buoni per tutto e per niente. Quello che in italiano chiameremmo tinozze.
Ci puoi fare il bucato a mano, ci puoi mettere il bucato quando è asciutto, ci puoi andare nell'orto e ci raccolgi la verdura, ce la puoi anche lavare quella stessa verdura...insomma ci metti le cose, qualunque cosa, basta che sia da lavare.
Quello che non cambierà mai, qualunque cosa ci si faccia, è la postura da "mastella": appoggiata al fianco, di lato e tenuta ferma con una mano sola.

Le "mastelle" sono arrivate dalla Camminata di Monsano e mia madre, da brava casalinga di professione ha molto apprezzato.

...sorvoliamo poi sui litri e litri di verdicchio che sto accumulando in cantina.
E il verdicchio non va fatto invecchiare troppo.


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