E’ iniziata con una mattina che non si capiva se voleva
piovere.
Una sveglia comoda, una volta tanto senza arrivare in capo
al mondo per correre.
Un’organizzazione serena e senza intoppi, di quelle che i
pettorali li riciclano ogni anno lavandoli.
Un percorso un po’ più corto perché ormai il cantiere per la
terza corsia sull’A14 è autoctono tra queste colline come il pino marittimo o i
filari delle viti.
Un paio di km in meno, ma non per questo senza salite in
apnea e discese a rotolare.
Le scarpe nuove, mai messe ed il loro debutto alla
MonteMarinaMonte.
L’ansia di evitare le pozzanghere ed il fango, perché le
scarpe nuove che si sporcano fanno male al cuore.
Chiacchiere e caffè.
Poi la gara.
Un giro di paese, giusto per prendere un po’ di slancio e
guadagnarsi gli incitamenti del borgo.
La prima discesa e la gente che supera.
Subito una salita e si recuperano i fuggitivi.
Andare senza risparmiarsi, perché tanto sono solo 11 km e
male che va si scoppia, ma non ci sarà da soffrire che un’oretta.
Ultima salita, quella dell’acquedotto, poi la curva a destra
ed il rettilineo, sempre troppo lungo, che riporta al paese.
Stop al tempo: 57 minuti.
Poi si va alle premiazioni, dove ognuno può scegliere cosa
vuole..
Io per me ho scelto e finisco gratificandomi con un bel
piatto di ravioli burro e salvia a scaldare la pancia, bevendoci dietro qualche
bicchiere di verdicchio.
2 commenti:
scelta condivisibile, anche da ultimi e con le scarpe usate.... :)
...dopo tanta fatica ci vuole qualcosa di buono! E quando m'hanno detto che potevo scegliere tra una pianta ed i ravioli, non è che c'ho pensato troppo...
Posta un commento