Sentivo un brusio. Forte. Continuo.
Insistente. Fastidioso.
Ho pensato che si sarebbero stancate.
Ho sperato che si perdessero e che il vento le spazzasse
via.
Ero convinta che a forza di girare in circolo si sarebbero
disorientate e mi avrebbero lasciato andare.
Ma non c’è stato niente da fare, nemmeno a prenderle a
schiaffi, nemmeno ad infilarsi nel bosco sotto i rami più bassi, nemmeno ad
appiccicarsi a qualche altro sventurato lungo il sentiero affinché cambiassero
obiettivo.
Tanti passi facevo io, tanto si spostavano loro, sempre
sopra da sentirle fino in fondo al cervello, senza vederle, solo ombre rumorose
che intravedevo con la coda dell’occhio.
Alla fine mi rassegno all’evidenza: sono una merda!
Altrimenti come si spiegherebbe quella nuvola di mosche che
ha deciso di sciropparsi 19,700 km tra un rifugio e l’altro di Forca di Presta,
proprio sopra la mia testa?
Appena partiti, fatto nemmeno un km il tipo dietro a me mi
fa: “Perché hai quasi 100 mosche sopra la testa?”
Da lì in poi io ed il mio codazzo siamo stati inseparabili:
quando camminavo in discesa sulla cresta di montagna che si affaccia sulla
piana di Castelluccio quasi in fiore, sulla sassaia che porta al primo rifugio,
sul sentiero stretto che sale verso il rifugio dell’Enel, nella penombra del
sottobosco mentre incrociavo gli escursionisti che facevano il nostro sentiero
al contrario, sull’ultimo prato in salita dove ero riuscita a riprendere almeno
4 “stambecche” che m’avevano sorpassate in discesa…
Ho riportato tutto il battaglione sano e salvo all’arrivo,
esattamente dopo 2h09’ e un po’ di secondi, non ho perso nemmeno un elemento
per strada.
Compatto il nuvolone nero ha concluso soddisfatto la
trentanovesima edizione “Da rifugio a rifugio”, per poi trovare ristoro e
rifocillarsi nella spazzatura alla ricerca dei piatti sporchi di riso alla
panissa cucinato dagli alpini di Vercelli.
Solo a questo punto ho potuto godere del silenzio della
montagna e dell’azzurro del cielo appoggiato sopra il verde dei Sibillini..
Ed ecco la regina delle mosche:
7 commenti:
Rimane il mistero del perché ti abbiano seguito per tutti quei km e cosa ci trovassero a ronzarti sulla testa... Bel post :)
Spesso con il mio gruppo si usciva la domenica per una sortita in altura sul monte Pellecchia (monti Sabini, 30 km. da Roma a ridosso di Monteflavio, quota 1200 mt.) paesaggio e percorso superbi...ma.... mosche, mosche e ancora mosche...che fare?? Abbiamo provato a coirrere con occhiali e bandana sul viso...niente, alla fine abbiamo rinunciato, purtroppo!!!
@Unknown: si vede che per loro emanavo un odore "interessante..."
@Brant: una cosa così non m'era mai successa, eravamo anche a più di 1500 mt, eppure erano assatanate!!!
che palle!!!
Secondo me è stato il cappellino rosso :-D erano mosche dalla vena focosa.......
Si sono fatte tutta la corsa a scrocco senza iscrizione e la merda saresti tu? Che sciame di scroccone ciuccia scia!
Ps mi fai sempre spaccare!
@Patty, che dici magari è meglio che gli do una lavata al cappello?
@Furio: mosche portoghesi!!
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