martedì 19 giugno 2012

La regina delle mosche


Sentivo un brusio. Forte. Continuo.
Insistente. Fastidioso.
Ho pensato che si sarebbero stancate.
Ho sperato che si perdessero e che il vento le spazzasse via.
Ero convinta che a forza di girare in circolo si sarebbero disorientate e mi avrebbero lasciato andare.

Ma non c’è stato niente da fare, nemmeno a prenderle a schiaffi, nemmeno ad infilarsi nel bosco sotto i rami più bassi, nemmeno ad appiccicarsi a qualche altro sventurato lungo il sentiero affinché cambiassero obiettivo.

Tanti passi facevo io, tanto si spostavano loro, sempre sopra da sentirle fino in fondo al cervello, senza vederle, solo ombre rumorose che intravedevo con la coda dell’occhio.

Alla fine mi rassegno all’evidenza: sono una merda!
Altrimenti come si spiegherebbe quella nuvola di mosche che ha deciso di sciropparsi 19,700 km tra un rifugio e l’altro di Forca di Presta, proprio sopra la mia testa?

Appena partiti, fatto nemmeno un km il tipo dietro a me mi fa: “Perché hai quasi 100 mosche sopra la testa?”
Da lì in poi io ed il mio codazzo siamo stati inseparabili: quando camminavo in discesa sulla cresta di montagna che si affaccia sulla piana di Castelluccio quasi in fiore, sulla sassaia che porta al primo rifugio, sul sentiero stretto che sale verso il rifugio dell’Enel, nella penombra del sottobosco mentre incrociavo gli escursionisti che facevano il nostro sentiero al contrario, sull’ultimo prato in salita dove ero riuscita a riprendere almeno 4 “stambecche” che m’avevano sorpassate in discesa…

Ho riportato tutto il battaglione sano e salvo all’arrivo, esattamente dopo 2h09’ e un po’ di secondi, non ho perso nemmeno un elemento per strada.
Compatto il nuvolone nero ha concluso soddisfatto la trentanovesima edizione “Da rifugio a rifugio”, per poi trovare ristoro e rifocillarsi nella spazzatura alla ricerca dei piatti sporchi di riso alla panissa cucinato dagli alpini di Vercelli.

Solo a questo punto ho potuto godere del silenzio della montagna e dell’azzurro del cielo appoggiato sopra il verde dei Sibillini..

Ed ecco la regina delle mosche:

7 commenti:

Unknown ha detto...

Rimane il mistero del perché ti abbiano seguito per tutti quei km e cosa ci trovassero a ronzarti sulla testa... Bel post :)

Brant ha detto...

Spesso con il mio gruppo si usciva la domenica per una sortita in altura sul monte Pellecchia (monti Sabini, 30 km. da Roma a ridosso di Monteflavio, quota 1200 mt.) paesaggio e percorso superbi...ma.... mosche, mosche e ancora mosche...che fare?? Abbiamo provato a coirrere con occhiali e bandana sul viso...niente, alla fine abbiamo rinunciato, purtroppo!!!

Cristina ha detto...

@Unknown: si vede che per loro emanavo un odore "interessante..."

@Brant: una cosa così non m'era mai successa, eravamo anche a più di 1500 mt, eppure erano assatanate!!!

Patty ha detto...

che palle!!!
Secondo me è stato il cappellino rosso :-D erano mosche dalla vena focosa.......

Furio ha detto...

Si sono fatte tutta la corsa a scrocco senza iscrizione e la merda saresti tu? Che sciame di scroccone ciuccia scia!

Ps mi fai sempre spaccare!

Cristina ha detto...

@Patty, che dici magari è meglio che gli do una lavata al cappello?

Cristina ha detto...

@Furio: mosche portoghesi!!