martedì 16 novembre 2010

L'abbuffata di San Martino

Dopo la prima riflessione fantantropologica ispirata dalla corsa, ecco la seconda grande scoperta di fisica dinamica: l’appetito ai ristori alla fine della gara si sviluppa in maniera inversamente proporzionale ai km percorsi. E’ una versione aerobica del principio di Archimede.

Se i 15 km della corsa di San Martino a Controguerra li fai in meno di un’ora, sei un mostro e appena arrivi probabilmente ti fai dare la tua borraccia di brodaglia piena di vitamine, sali minerali, amminoacidi ramificati, proteine cuneiformi e protoni fluorescenti.

Se ci metti poco più di un’ora, sei già più normale e forse ti va bene il gatorade che ti danno appena tagli il traguardo, sei contento perché alle docce non c’è la fila e vai a vedere se magari ti sei piazzato in qualche categoria.

Dopo l’ora e mezza (ma con qualche fenomeno che ci mette anche un po’ di meno), la prima cosa che fai, tutto bello sudato, vai baldanzoso a riempire lo stomaco, a reintegrare le tue fatiche nemmeno avessi corso una 50 km nel deserto del Gobi in autosufficienza.

E le mandibole macinano metri quadrati di pane e marmellata, pane e mortadella, infilano una dietro l’altra castagne calde, rigatoni al sugo di pesce, più velocemente di quanto le gambe abbiano macinato i km.

Unico ostacolo da superare: i non competitivi della 4 km, che hanno già da un pezzo formato un muro compatto spesso almeno tre unità, che non si schioda dalla prima.

Questo è quello che accade alla fine della corsa di San Martino a Controguerra: un finale ricco, così come merita una gara partecipatissima.

E io?? Io sto a metà classifica generale, a metà classifica di categoria…ma almeno quest’anno non avevo i postumi di nessuna sbornia e me la sono cavata con sette minuti in meno dell’anno scorso (1h 18’ …).

Mi sono goduta il sole e il panorama…

2 commenti:

Brady ha detto...

Paradossalmente i più agguerriti al banchetto finale talvolta non risultano nemmeno nella lista dei partenti.
Ma qua ti devo contraddire perchè la fisica dinamica non c'entra: il fenomeno deve essere analizzato dalla meccanica statica.

Cristina ha detto...

@Brady...suggerisci di interpretare il fenomeno alla luce della legge d'inerzia?? Interessante...