giovedì 24 gennaio 2008

la donzelletta

La Donzelletta vien dalla campagna...

(biografia allucinata di Giacomo Leopardi - scritta da Maria Zeno)

La signorina Bettina da Recanati, in arte La Donzelletta, vendeva pomodori aglio e cipolle nella piazza del paese, piazza sabato del villaggio, così ribattezzata.
[...]Il poeta, dalla stanza della biblioteca dove di lui si spendeva la miglior parte, era costantemente disturbato dagli effluvi non paradisiaci dell'aglio e delle cipolle.Dall'alto della sua autorevolezza di Conte, in ciò aiutato dalla dispotica madre Adelaide Antici, Giacomo mandò alla donzelletta un'istanza di sgombero del banco di verzure(" O almeno da lì si scosti, onde non colpir col pestilenziale effluvio il naso mio ben altrimenti vago di odor di rose e di viole").La donzelletta rispose:" Munello, ma che te sì sognato?! Lo banco mio resterà sì attrezzato!".Colpito dalla rima baciata, il poeta volle incontrarla, ma nel far ciò provocò attacchi di bile terribile alla sua fidanzata di sempre, Silvia, cha ancor rimembra la rabbia allora provata ("Oh, vedi 'sto scurnacchiato?!Io tutto il giorno canto e cucio, all'opre femminili condannata e lui se incontra co le donne!?") tale che ne morì di emorragia...Sì, perché mentre ella si recava a disturbare lo sconveniente convegno fra i due, un passero decise che era stanco della solitudine, abbandonò la torre antica e, non più uso al volo, sbagliò battito d'ali, piombò in picchiata e con un colpo di becco prese in fronte Silvia che morì dissanguata pronunciando le parole fatali:"Pure lu passero me vò male!".La donzelletta ottenne , in virtù della rima baciata, di tener banco, il poeta partecipò ai funerali di Silvia, ma, distratto, scrisse un elogio funebre in cui la chiamò Nerina, indi si recò su un colle ermo, a due passi da casa sua e lì, vedendo alcuni sterpi di ginestra bruciare (i contadini bonificavano il luogo), spaventato credette fosse un grande incendio attribuibile allo Sterminator Vesevo...Rimase tutta la notte a contemplare il sublime spettacolo, parlando con la luna e con le stelle...Un pastore che errava da solo nei paraggi lo prese per un po' tocco...All'alba Leopardi recitò a gran voce alla comunità recanatese e maceratese lì confluita la sua GINESTRA e i villici dicevano:"Er fjo de lo conte Monaldo é uscito pazzo: ha preso dù sterpi de ginestra (ce legamo le verdure), che bruciavano per lo Vesuvio...".Si narra che l'erbaiuol, allontanandosi per riprendere di sentiero in sentiero il grido gionaliero, dicesse:"Ah conte, visto che lo soldo ce l'hai, e se nun ce l'hai tu fallo tirà fora a quella tirchiaccia de la madre tua...Cambia ERBA, n'artra vorta e prendene una bbona!".

Oggi 2h15' bici strada.
sono passato dalle parti di Recanati e ho visto "la donzelletta"... e mi ha fatto pensare.

Domani è un gran giorno: finalmente lo faccio.
era da un anno che non lo facevo...
.....il tatuaggio.

è il regalo di Daniela per il mio prossimo compleanno (ahime!),
gli ho fatto promettere me ne regalerà uno ogni mio compleanno.
se è da un anno che pensavo al "soleluna" in questi ultimi giorni mi è
venuto un dubbio: e una bella AQUILA?
è l'animale che più invidio, libero di volare nel cielo, con i suoi perfetti
cerchi, in attesa di catturare la preda..

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo sull'Aquila, oltre a esprimere libertà, è simbolo di storia e potere, di giustizia e di spirito combattivo!

Andrea ha detto...

Uno all'anno???

Cristina ha detto...

Ti metti in malattia? O si corre questo fine settimana?

fabiodelpia' ha detto...

Certo che si corre!
al solito posto,solita ora(11).
ho un idea meraviglosa, ma non te la dico adesso, altrimenti non vieni..
senti anche Giovanni (con la bici).

P.S. stasera datte una regolata,
che domani sarà dura..