Prima un giro corto per tutti.
Poi giri lunghi a ripetizione, su e giù per la spiaggia,
ognuno ad esaurimento della propria distanza o delle energie.
E quando si dice “giro di boa” s’intende proprio girare
intorno alla boa.
Poi fai un passo, fanne un altro, fai la giravolta, falla
un’altra volta, guarda in su, guarda in giù…dai un bacio a chi vuoi tu!
Finché tutti si mescolano e allora ti incroci con gente che
non sai se è allo sprint finale della 10 o se sta già gestendo il muro dei 30
km.
C’erano le premesse per un po’ di confusione con 4 distanze
che partono contemporaneamente.
Detto fatto: il giro corto non l’ha fatto nessuno, sono
diventati tutti giri lunghi, con la sabbia che ad ogni giro diventava sempre
più faticosa da gestire.
Un vento gelido che spingeva la corsa verso sud, ma che
tirava schiaffi in faccia tornando verso nord.
Compreso che evidentemente il percorso era cambiato strada
facendo, non restava che correre finché qualcuno non dicesse basta.
E così ho fatto, avanti e indietro sulla spiaggia di San
Benedetto, il più possibile vicino alle onde senza bagnarsi i piedi, fino al
momento in cui una voce ha detto: “Ehy, 315 sei arrivata alla meta”
1 h 52’ 44’’ per (credo) 21 km di corsa in spiaggia....pensavo peggio.
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