Cose brutte.
Scene inguardabili e ridicole.
Imbarazzanti.
E tutti lì intorno a dire: “Ma non è possibile che non ce la fai”
“Tiriamola su per le caviglie”
Ad un certo punto addirittura un “Ti metto su e cerca di restare attaccata”.
Alla fine solo un gran dolore di pettorali e di braccia.
Il percorso vita della restaurata pista d’atletica dell’Italo Conti, che si esaurisce in due trespoli da pappagallo ed una panca in mezzo al prato, per me è stato un percorso di guerra.
Giovanni con la faccia a punto di domanda, altri personaggi increduli a dare consigli o a sfoggiare le loro capacità.
Ma io niente.
Le flessioni non le so fare.
Non riesco a tirarmi su con le braccia attaccata alla sbarra.
Un po’ meglio i balzi, ma chi è che non sa saltare?
Sono vittima di una rara forma di nonnismo atletico.
giovedì 5 luglio 2012
Pubblicato da Cristina alle 14:50
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