Ci siamo contati ed eravamo solo 18.
Una serie di circostanze sfavorevoli tra cui un’altra corsa
già svoltasi al mattino, una temperatura che non ce l’hanno neanche nella Death
Valley il 15 d’agosto, l’imminente scontro epico in Polonia per salvare l’onore
della patria ed ecco che a questa prima edizione del “Trofeo Massimo Galeazzi”
siamo 18 gatti.
C’erano le premesse per prendersi tutti a schiaffi e
sputarci in faccia per non essere rimasti a rosolarci in spiaggia, invece che
venire a correre.
Tre pattuglie dei vigili a fare agli straordinari per
vigilare sugli incroci, un apri-strada con la punto bianca dotata d’impianto
d’amplificazione che urlava a tutti “di scansarsi che passa la corsa” quando
noi tutti avremmo preferito correre nel più completo anonimato, un percorso
accorciato a 6 km ma tutto salita e discesa, due ristori con acqua e the che
forse potevo anche saltare, ma il bicchiere me lo hanno offerto con tale
gentilezza che non si poteva dire di no, solo le anziane signore uscite a
braccetto dalla messa delle 18 a fare il tifo, specialmente per le donne.
Potenzialmente sembrava un disastro.
Eppure è stato un disastro divertente, a cominciare dal
solito esibizionista che è partito a palla davanti a tutti e che poi è
evaporato facendo un bel botto molto prima del secondo chilometro.
Nemmeno l’apri-strada, riciclatosi poi come servizio scopa,
è riuscito a trovarlo…
E’ stata una gran sudata per beneficenza, un’ottima scusa
per andarsi poi a scolare due birre gelate nell’unico posto che non faceva vedere
la partita.