lunedì 23 gennaio 2012

Chi va piano...

Chi va piano, va piano e....basta!


La ripresa graduale è finita.
Dopo tre sere di fila a macerare nell’umidità congelata della pista d’atletica rattoppata di fresco, dopo tre sere in cui ho dedicato più tempo alla doccia calda nello spogliatoio che ai giri del campo, dopo tre sere in cui correre al freddo mi ha veramente fatto schifo…
Dopo questi tre giorni ho mandato tutto a quel paese: la prudenza di correre poco, la pazienza di vestirsi per soli 20 minuti.

Perché correre in un venerdi sera nebbioso, freddo, scuro, senza voglia, quando sabato e domenica ci sarà il sole?

Allora la testa propone l’ambizioso programma di 10 km in collina.
Ma alle 10 di domenica mattina, scaldata dal sole, dopo una spremuta ed un caffè doppio, ecco le gambe, più sagge tanto più che il lavoro lo devono fare loro, indietreggiare davanti alla salita: ammutinamento.
Le scarpe prendono la via della solita zona industriale, saranno 10 km ondulati e non collinari.
Saranno 10 km già visti e rivisti, ma almeno con il sole ed un bel tepore sul viso.
Nelle orecchie metto un po’ di musica, polpaccio ben in vista e parto.

A metà sono stanca finita, devo pensare per muovere le gambe e non fermarmi, la testa tenta di distrarsi.
Non guardo mai l’orologio per non cadere in depressione…solo uno sguardo negli ultimi metri per fare l’ultimo sforzo, buttare la testa avanti e sopravvivere, per un pelo, al test del moribondo.

Ok non sono morta, ma la cura sarà lunga.

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