martedì 18 ottobre 2011

Abbiamo provato anche la CorriGubbio..


Gubbio domenica mattina, parcheggio di un qualunque centro commerciale, ore 7:40.







Una manciata di scout in gonnapantalone di velluto a coste larghe, di poco sopra le ginocchia, radunati per andare a fare le loro cose.
Una comitiva di pensionati che sciamano intorno a due autobus, indecisi sul salire perché anche a settant’anni si ha il diritto di scegliersi il proprio vicino di posto sul pullman della gita.

E poi Cristina e Giovanni: a cento km da casa, curvi sotto il vento e l’aria molto frizzante, in attesa di capire se hanno sbagliato posto, giorno ed orario, perché li dovrebbe esserci la partenza della CorriGubbio.
Siamo in anticipo scandaloso, assonnati ed infreddoliti, senza un bar aperto nelle vicinanze dove trovare un po’ di tepore e l’ennesimo caffè.
Quando il parcheggio si è svuotato degli eredi di Baden Pawell e degli amici di Nonno Libero, sotto i piedi ci spuntano un timido tappeto rosso e due transenne, quindi forse siamo nel posto giusto, peccato che potevamo risparmiarci la sveglia alle 6.

Anche se siamo lontano da casa, qualcuno dell’Atletica Falconara lo trovi sempre. Quindi si ricompone la fortunata coppia della Vallesinamarthon: Cristina (in completo azzurro-Angelini) e Franco (in canotta vinaccia-Falconara), si affianca un Giovanni all’arrembaggio dei 21 km.
Ho deciso per un abbigliamento spregiudicato: solo la canottiera e fa un freddo infernale, se corro riesco a gestirlo, ma mentre aspetto che ci diano il via m’incuneo tra i podisti, scegliendo quelli più grossi e massicci, perché ti riparano dal vento e magari emanano un po’ di calore, non solo olezzo di sudore e creme riscaldanti.

Partenza allegra, dopo un primo km lento per sbrogliare la matassa dello start: Giovanni ad un certo punto sentenzia: 4’45’’/km. Bisogna rallentare assolutamente altrimenti il botto è assicurato.
Ecco allora un confortante, ma onorevole 5’10’’/km, lo stesso passo di Jesi.
Anche la gara sembra la stessa: stessa giornata di sole, stesso percorso extraurbano di campagna vagamente pianeggiante, stesso vento bastardo e contrario.
E come a Jesi leggero cedimento negli ultimi due km.
Fermo il tempo ad 1h 50’26’’: tempro il fisico sotto la doccia gelata, scappo verso casa dove mi aspetta un piatto bollente di cappelletti in brodo per evitare la polmonite.

E dopo la terza domenica di fila a fare mezzemaratone, devo trovare qualcosa di adeguato per domenica prossima, perché…perché c’è un motivo…

Nessun commento: