5 chilometri scarsi di apnea: mi ero convinta a correrli tutti d'un fiato. Tanto sono pochi e passano presto.
Alla partenza in discesa mi muovo leggiadra come una palla medica, i tornanti sembrano non finire mai e la discesa ripida non mi è di alcun conforto.
Poi arriva il sentiero ed un po' di pianura: sto sul lato destro e faccio qualche sorpasso, in mezzo ad un polverone alzato dalle gambe che mi precedono.
Prima salitella: niente di minimamente paragonabile a quello che ho patito domenica scorsa sul Carpegna, quindi corro all'unico ristoro previsto per noi che facciamo la gara corta.
Faccio un po' di passi bevendo e poi si ricomincia a salire, ma molto dolcemente.
Al quarto chilometro mi passa sotto i piedi una biscia: mi scappa un urlo che fa tremare tutta la valle e voltare l'intera fila dei podisti che mi precedono.
Scusate ma tollero gli insetti, sto alla larga dalle lucertole, mi vanno bene tutti gli animali pelosi con quattro zampe ed una coda, i pennuti purchè stiano alla larga dalla mia testa, non ho opinioni nè occasioni d'incontro con gli anfibi...ma i rettili mi istigano all'urlo isterico e alla paralisi come una sfigata damina del 1860.
Quello schifo di biscia mi lascia libero il passaggio prima ancora di esaurire l'urlo: mi rimetto in sesto e affronto gli ultimi due chilometri. Arrivo con il cuore in gola, per lo sforzo dello sprint finale più che per il brutto incontro.
Un minuto in più dell'anno scorso.
Poi attendo che parta e arrivi il gruppo degli 11 km di cui fa parte Giovanni.
Il mio grande talento fotografico lo ritrae all'arrivo in versione poltergeist.
Ora aspetto che torni il caldo e spero che mercoledi sera a Falconara non piova: si va a questa noncompetitiva e magari dopo a farci una birra...
lunedì 25 luglio 2011
La biscia è un brutta bestia!
Pubblicato da Cristina alle 20:43
giovedì 21 luglio 2011
I ricordi del Sasso Simone.
Pubblicato da Cristina alle 21:25
Del primo anno al trail del Sasso Simone mi ricordo la sorpresa di essere partita per una delle solite 21km ed essermi trovata in un altro mondo. Ricordo lo stupore correndo e camminando in mezzo alle mucche, ad ogni passo, mentre salivamo verso la cima mi chiedevo dove saremmo arrivati.
Il paesino di Villagrande era sparito dopo nemmeno un chilometro e poi c'erano stati 20 chilometri di pascoli e di sentieri.
Del secondo anno mi ricordo le vesciche e i piedi massacrati dalle scarpe da trail inadatte al percorso che gli organizzatori avevano dovuto cambiare per il maltempo. Mi ricordo la delusione di non aver potuto godere dell'altezza del Carpegna.
Del terzo anno ricordo il nuvolone nero che pesava sulla cima, ricordo il vento che lo ha spazzato via, ricordo un buon tempo e un piccolo piazzamento in categoria.
Di quest'anno ricorderò che, per la prima volta da quando corro, mi sono scordata i calzini a casa (per fortuna erano nel pacco gara), mi ricorderò del sole caldo e del vento fresco, mi ricorderò di quanto ho camminato perchè proprio non ce la facevo a correre, mi ricorderò che sono partita pensando che non ce l'avrei fatta a finirla.
Invece l'ho finita anche quest'anno, anche se con quasi 20 minuti in più dell'anno scorso, ma senza traumi e senza arrivare con le gambe a pezzi.
Il trail al Sasso Simone lascia sempre dei ricordi ed è per questo che ogni anno ci torno..
Domenica prossima Cingoli.
martedì 12 luglio 2011
Lacrime di coccodrillo
Pubblicato da Cristina alle 23:05
Dopo dieci giorni di stop, di mangiate e bevute in compagnia arranco e fatico come un bambino grasso di seconda elementare che affronta l'ora di ginnastica totalmente scoordinato.
D'altra parte è inutile piangere sul sudore non versato, ma ora è giunta l'ora di pagare, di espiare le colpe, quindi pagherò tutto con gli interessi all'Eco trail del Sasso Simone e Simoncello di domenica prossima.
Nel frattempo mi sono rimessa in riga da lunedi, o almeno cerco di recuperare una dignità podistica aspettando quei 21 km in montagna.
Ma le mie sono lacrime di coccodrillo: per correre nella solita triste zona industriale c'è sempre tempo, non c'è n'è mai abbastanza per la buona compagnia.
Quindi, male che va, al trail cammino, senza troppi sensi di colpa.