Cercando un animale adatto alla mia categoria, che prendesse il posto della Tartaruga Femmina, ho ritrovato un libro letto anni fa: “Sei una bestia, Viskovitz”, l’autore Alessandro Boffa è un biologo e scrive cose di questo tipo (queste sono le poche frasi che ho fatto in tempo a ricopiare a pranzo):
"Com'era papà?", chiesi a mia madre.
"Croccante, un po' salato, ricco di fibre".
"Prima di mangiartelo, voglio dire".
"Era un tipino insicuro, ansioso, nevrotico, un po' come tutti voi maschietti, Visko".
Oppure:
Io, Viskovitz, ero un microbo.
"Non sono le misure che contano, Viskovitz", sentivo dire. "L'importante è esser se stessi".
E’ un insieme di racconti, ogni racconto un animale che ha sempre lo stesso nome, Viskovitz , di solito è un cucciolo appena affacciatosi all’esistenza che chiede alla mamma perché è fatto così e la risposta è sempre la stessa: è la vita e la vita è il suo destino.
Ieri sera il destino della marmotta Viskovitz/Cristina invece ha seguito il sentiero dei 12 km che dal campo di atletica va al porto e ritorno.
Il sentiero è battuto da molti altri animaletti abbastanza stressati, ce ne sono di due tipi: i bipedi e i quattrogomme.
I primi guardano basso mentre procedono e finché non gli sei arrivato sotto le zampe non si accorgono di niente, sono prede facili, se la fanno sotto dalla paura e non riescono a scappare, restano immobili come statue e sperano che sia tu a schivarli.
I secondi sono tanto miopi quanto veloci, invadono i territori che non gli competono, meglio starne alla larga.
Il passo marmotta pare che debba essere più veloce del passo tartaruga….o almeno così dice Fabio.
Io ci provo…
venerdì 16 gennaio 2009
Siamo tutti animali!!
Pubblicato da Cristina alle 15:40
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