sabato 20 gennaio 2007

Placebo

Sono come Linus (quello dei Peanuts), anche io ho la mia coperta.


Dopo la corsa di martedì, per un paio di giorni un ginocchio ha fatto i capricci, era un dolore indescrivibile (nel senso etimologico): a volte lo sentivo solo se camminavo, altre solo se stavo ferma, la cosa peggiore era che non sapevo nemmeno dire quale parte mi facesse male con precisione.
Non era niente di insopportabile né mi ha impedito di andare in piscina il giorno dopo.

Non mi andava giù l’idea di essermi fatta male, non sopporto medici e medicine e cure varie, già fare un certificato medico per me è faticoso.
Nonostante giovedì mi fossi riposata (agnosticamente parlando), la prognosi era ancora riservata.

Poi, ieri mattina, ho adottato una cura universale: l’effetto placebo, cioè una benda elastica messa sul ginocchio (niente pomate e oli vari sotto), nemmeno stretta, l’ho portata tutto il giorno, ovviamente senza nessun effetto pratico, ma come, da bambini, un cerotto sul gomito bastava a guarire un braccio intero…ieri sera mi sentivo tranquilla e ho corso di nuovo, ovviamente indossando la benda miracolosa.

Il percorso di ieri è stato definito “La corsa del pescatore”: 12 km e poco più (la mia mappa dichiara 12,41 km, il Polar di Giovanni qualche metro in più), di cui un terzo nella zona del porto e dei pescherecci, con un timido tentativo di andare verso la nuova darsena, bloccato da un cane sciolto poco socievole.

Il ritorno passando per le strade strette e un po’ tortuose della zona vecchia (disegnare la mappa è stata un’impresa), ci ha riportato al punto di partenza dopo 1h e 19’ , stesso tempo dell’altra volta.. almeno siamo costanti nella lentezza.
La velocità media non me la ricordo, molto influenzata anche da due rampe di scale a cui ovviamente non abbiamo rinunciato, però mi ricordo un 4’22’’ (?) che riecheggiava dentro la galleria di San Martino..
Adesso sto meditando il giro da fare domani, non mi piace tornare troppo spesso negli stessi posti..

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