mercoledì 28 maggio 2014

L'evoluzione delle scarpe

Un paio vengono ormai diligenti in palestra, hanno mantenuto una certa forma, non stonano con l'ambiente.
Un colore forse fuori moda, lontano dai rosa e dai fosforescenti che incontri lì dentro, un turchese metallizzato che non diresti scelto apposta per la versione femminile (ma era il 2011, si vede che quella volta andava).

Poi ci sono quelle che stanno sempre a disposizione sul pavimento: quelle delle emergenze.
Sfatte, ormani entrano senza allentare i lacci. Da infilare al volo se in ritardo, se suona il postino, se devi correre dietro al cane che nel frattempo è uscito e cerca di mangiarselo il postino.
Per andare di corsa al supermercato, dieci minuti prima che chiuda, perchè stasera per cena t'è venuta voglia dell'unica cosa che non hai in frigo.

Poi ci sono quelle perennemente sporche, quelle da trail, che siccome ne fai uno ogni due mesi, se ti dimentichi di pulirle appena arrivi a casa, la volta dopo le ritrovi così, già vissute come se non facessero altro che vivere nel fango. Come è successo un paio di settimane fa, alla Primavera fabrianese: belle e fieramente infangate, come se avessero fatto chissà cosa.
In realtà solo 13 km di sentieri più che asciutti (perchè le forze e gli allenamenti del periodo non consentivano di più), il fango era quello di Tallacano.

Ovviamente ci sono quelle che corrono ufficialmente, quelle che sono andate a Porto Sant'Elpidio a mare, cavandosela anche abbastanza bene su quei quasi 10 chilometri.
Le stesse che però hanno  patito e sudato fin troppo i 12 chilometri di Macerata, trascinandosi all'arrivo; ma che stanno già cercando qualcosa per il prossimo fine settimana.

Poi ci sono quelle che sono diventate "scarpe da mare-salvavivande"..


2 commenti:

franchino ha detto...

Atz la scarpa refrigerante! :-D

Cristina ha detto...

...la birra per la verità non ha avuto molto tempo per raffreddarsi..