venerdì 23 marzo 2012

Una serie di idee...una peggio dell'altra



Ecco una serie di cose da fare ad aprile, forse tutte, se non salto per aria prima:


lunedì 19 marzo 2012


Corsa a Trodica di Morrovalle: parti dalla piazza, esci sulla statale, ti butti con un po’ di slancio sull’unica vera salita, poi un momento di respiro in mezzo ai campi, infine un tratto un po’ antipatico perché sei di nuovo sulla statale.
Si conclude tutto con un giro molto largo della piazza, un paio di curve ed il rettilineo finale di 100 metri da correre a tutta perché c’è sempre qualcuno che da dietro ci prova ad arrivare prima di te e, se non stai sveglio, in un secondo, per uno sputo, ti giochi l’ambitissima trecentocinquantasettesima posizione.

I pettorali sembrano un po’ riciclati perché presentano dei buchi sospetti agli angoli, ma sono puliti, alla fine per tutti c’è l’uovo di Pasqua…

Insomma ero pronta alla solita gara, alla solita domenica di corsa, non esaltante, ma almeno un’onesta sudata sotto il sole, buona per smaltire le birre del sabato sera.

E così è stato, almeno fino a metà del nono chilometro.
Sono lì che faccio la prima curva a destra e rientro nel quartiere, il ragazzo davanti a me grippa e s’inchioda, io lo schivo e vado avanti.
Sento ciabattare da dietro e lascio strada ad un simpatico signore che ringrazia, insieme a lui faccio l’ultima curva e alziamo la testa per vedere lì davanti l’arrivo, in cerca di un po’ di energia per arrivare con slancio.

Mentre sta per partire l’irreversibile cavalcata finale ed il cervello spinge un “play” immaginario per tagliare il traguardo urlandomi in testa “Let there be rock, mi si parano dinanzi una transenna ed un nastro bianco e rosso: l’appuntamento con il traguardo è rimandato dietro altre due curve inattese ed inopportune, forse per aggiustare un po’ il chilometraggio.

Il cervello riavvolge il mastro e attacca con La locomotiva di Guccini, taglio il traguardo ripetendomi “che gli eroi son tutti giovani e belli… che gli eroi son tutti giovani e belli”.

La morale di oggi è: sta in campana e risparmia un po’ di fiato, che quando meno te l’aspetti e pensi di essere arrivata, ti tocca fare un giro in più…

lunedì 12 marzo 2012

Ce l'ho fatta...anche se a gattomignò


A riprova che la testa ha il suo peso sulle gambe e che l’importante è avere i giusti stimoli ecco come la minaccia del “ se ci metti più di due ore, ti prendo a zampate” ha dato risultati inattesi.
Così ho tirato un sospiro di sollievo, quando, passando di fianco al cartello del ventesimo km, l’orologio segnava 1h 50’ e mi son detta: “Ce la farò a fare poco più di 1 km in meno di 10 minuti”.
L’occasionale compagno di corsa di quella domenica, mentre spremeva le ultime energie dalle gambe, al suono delle quattro stagioni di Vivaldi aveva esalato un “Speriamo di si” poco incoraggiante, ma ormai le mie gambe, anche se provate, avevano intravisto l’arrivo in fondo al corso e, a meno d’avvenimenti assolutamente nefasti ce l’avrei fatta a salvare le terga dall’aggressione delle suole delle scarpe del crudele motivatore.

La mattina di domenica era arrivata presto, ad una serata di sobrie libagioni (leggasi solo birre e niente ammazzacaffè) e di cibo gustoso (una bella tagliata di manzo) erano seguite varie sveglie notturne per fare pipì. Così mancavano quasi due ore alla partenza ed io ero già a Civitanova, assolutamente impreparata per questi 21 km.

Alla partenza percepivo una certa tensione, un misto di funesta attesa per due ora di fatica e di timore per la minacciosa promessa, così ho deciso che, se volevo salvare le chiappe, dovevo farlo subito, già dall’inizio, senza fare una partenza al risparmio e sperare in un arrivo pimpante ed in progressione, non è stato mai il mio stile.
Ma non potevo nemmeno suicidarmi esplodendo tutte le polveri entro i primi tre km…

Decisione difficile e mentre ci pensavo, ero già nel mezzo del mucchio che scalciava per partire.
E alla fine cosa ho fatto?
Ho fatto quello che faccio sempre: ho messo in moto le gambe, ho lasciato che scegliessero loro, portandosi dietro la testa ed i suoi complicati algoritmi sulla velocità ed i tempi finali conseguenti.

Fino al decimo i neuroni erano addirittura in grado di calcolare la velocità di crociera, mentre intrattenevo una cordiale conversazione con i vicini di corsa.
Dal quindicesimo in poi, sotto un forte vento che spazzava il lungomare portandoci addosso acqua salmastra e salsedine, è calato un faticoso silenzio e nessuno ha aperto bocca, fino alla visione del ventesimo chilometro, quando ho capito che portavo a casa le chiappe sane e salve…anche se solo per 3 minuti…

venerdì 9 marzo 2012



Due sere di corsa con14 km pimpanti e 10 molto scarsi.
Il fisico non sembra dare segni di cedimento, mentre tutti intorno cadono malati d’influenza, ma non mostra nemmeno guizzi significativi di vitalità.

Forte di questo domenica andrò a trascinarmi alla Stracivitanova: l’arrivo è previsto a gattomignò.

martedì 6 marzo 2012

La grande manovra economica


Un volantino corretto all’ultimo minuto, un baffo sopra quel 2 e viene fuori che quest’anno la corsa a Villa San Filippo è costata ben 3.50 euries.
Mi faceva quasi tenerezza quel volantino corretto a mano, pensavo, senza motivo, alla sofferta decisione di varare questa “manovra economica”.
“Gente non si può andare avanti con il sottocosto” aveva sentenziato l’economo.
Confermava il segretario “Un barattolo di marmellata da mezzo kg per ogni iscritto, il ristoro a metà del percorso con te ed acqua che ci si passa sia all’andata che al ritorno, che quindi conta come due ristori, il ristoro finale. Va bene che le vergare che spalmano non le paghiamo, però il pane e la nutella si.
Poi ci sono i premi a sorteggio, i fiori per le donne che arrivano prime..
In fondo se quel fello’ di Linus la sua 10 km la fa pagare 15 euro, noi potremo pure chiedere 3 euro e mezzo per respirare un po’ d’aria buona intorno al corso del Chienti…”

Questa l’unica novità importante della gara di domenica scorsa, per il resto le solite facce simpatiche che corrono, il solito percorso, il solito bar del cinese gentile, ma che fa i caffè a caso perché non capisce tanto l’italiano, la solita Cristina scandalosamente fuori forma, ma abbastanza incosciente da ricominciare con le gare anche se si è allenata pochissimo..