giovedì 6 marzo 2008

Non corro e cucino

Pescate la seppia e, mentre lei esala l’ultimo respiro, andate al supermercato a comprare i capperi sotto sale e le olive.
Per quello che riguarda i capperi non c’è bisogno di impazzire troppo: il primo vasetto che vi capita tra le mani va bene.
Diverso il discorso sulle olive: quelle Saclà o affini non vanno bene, perché il liquido in cui sono immerse ha un sapore troppo forte e, anche se le sciacquate a lungo, contamineranno il risultato finale; per ora la soluzione migliore sono state delle olive con il nocciolo, abbastanza grosse e non affogate nella salamoia, per intenderci quelle sfuse del banco del supermercato, quelle che te le spacciano per piccanti..
Procuratevi come meglio potete dei ciuffi di finocchietto selvatico, mentre per quello che riguarda la cipolla e l’olio…che ve lo dico a fare, li davo per scontati.

Nel frattempo la seppia è morta di certo, quindi non soffrirà mentre le cavate gli occhi ed il becco, le tagliuzzate i tentacoli, le svuotate la pancia e le togliete l’osso da dare al canarino.
Passatela sotto l’acqua e sciacquatela per bene perché di sicuro il suo inchiostro sarà finito ovunque.

Soffriggete la cipolla tritata, con i capperi ed il finocchietto, poi aggiungete la seppia fatta a pezzi, un bicchiere di vino bianco (no Tavernello, usate qualcosa di buono, che vi piace, poi capirete perché) e una manciate di olive; aggiustate di sale pepe e peperoncino (scelta del tutto personale) .
Lasciate cucinare a fuoco lento e con il coperchio per non far evaporare troppo il vino, per circa un’oretta.
Mettete una fetta di pane nel tostapane, quando sarà ben dorata e croccante, appoggiatela su un piatto e sopra versateci la seppia con il sugo di cottura…
Vino consigliato: tutto quello che è rimasto nella bottiglia e che non avete usato per cucinare, se avete usato il Tavernello…peggio per voi!

Continua a piovere molto e per tutto il giorno.

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