mercoledì 23 aprile 2014

Secondo trail a Tallacano

Dovendo scegliere tra il mantenere l'equilibrio su un tronco appoggiato sopra un ruscello pieno d'acqua, ingombro di gente in transito come una lunga fila di processionaria, o tentare la sorte scendendo direttamente in acqua, ho scelto la seconda opportunità.

Di sicuro effetto...

Innanzitutto non cado, anzi, il passaggio è abbastanza leggiadro e veloce, niente sbandamenti, passi svelti per uscirne il meglio possibile.
La processionaria guarda e ammira.

Al rientro sul sentiero, solo il “ciaffete” e le pernacchie delle scarpe piene d'acqua sminuiscono l'alone di gloria che mi sento addosso.

Motivo di tanto coraggio è che dal tronco io sarei caduta, lo sapevo, lo vedevo.
Quindi meglio l'acqua nei calzini e nelle scarpe che l'acqua nelle mutande.

Queste le avvisaglie, già al secondo chilometro, di come sarebbe stato il secondo trail a Tallacano: umido e selvaggio.
Un volto angelico, al ritiro di pettorali, aveva vaticinato: “Ci sarà più fango dell'anno scorso” .
“....e più chilometri dell'anno scorso” penso io.

E così è stato.


Quasi due ore di pozzanghere, di fango che si spalma per bene sotto le suole, di rocce umidicce che sbucano dall'erba, di salite a zig zag dentro una matassa di alberi, di borghi fantasma, con gli indigeni che ci guardano come le mucche al pascolo vedono passare i treni, di discese da tenersi agli alberi sperando che abbiano radici solide...

Selvaggio, umido, impantanato...però l'ho finito.
Va bene che erano solo 15 km...ma ancora sono in rodaggio..

lunedì 14 aprile 2014

...scalando la perla dei monti..

Mi volto e butto là un “Tutto bene? Ci sei?”
Trovo un muro bianco di nebbia, il bosco scricchiola e s'è inghiottito il compagno di corsa.
Non c'è tempo di preoccuparsi per i dispersi, mancano solo 3 km se la caveranno come meglio possono.
In fondo siamo solo ad Arcevia, 70 km da Ancona, anche se ieri sembrava la Transilvania ed il castello sarebbe stata la casa dei sogni per gente tipo Frankestein o l'uomo lupo.

Anche a farlo con il pullman il percorso era sembrato faticoso ed infinito: tornanti e salite; visibilità non superiore ai 100 metri, in mezzo ad una campagna stranamente silenziosa, con qualche scorcio molto simile alle montagne che non dovevano essere troppo lontane.

Ci eravamo radunati dentro le mura di questo piccolo borgo, Palazzo di Arcevia, il campanile suonava, ma non si sa per chi, visto che tutte le imposte erano chiuse.
Saremo stati una sessantina o poco più, infondo era una prima edizione.

I primi 6 chilometri erano passati tra una salita e l'altra, con qualche discesa per sciogliere le gambe, il gruppo s'era subito sparso e disperso nel nulla.
Eccoci all'ottavo chilometro, l'impressione è di essere sulla strada buona per arrivare, il problema è capire quale e quanta salita ci sarà da fare per raggiungere il traguardo, perchè siamo ancora troppo in basso.

Siamo in tre: un compagno me l'ero portato da casa, l'altro lo conosco e s'è aggregato alla fine dell'ultima discesa.
Si arranca, si sbuffa, un tratto si cammina e poi si riparte, uno dei tre dice che sta raschiando il fondo del barile, l'altro si ricorda adesso che a colazione ha tragicamente scordato di mangiarsi la banana e teme che gli sarà fatale.

Io spero solo che le due ore di spinning del sabato pomeriggio e i tre aperitivi che ne sono seguiti al posto della cena, non mi presentino il conto ora che sono mezza impiccata sulla salita dell'undicesimo chilometro.

Dodicesimo chilometro: quello della banana è ormai perduto, quello del barile va e viene, ma ancora c'è.

Epilogo: 1 h 15', pensavo peggio visto il dislivello.
Il sole non s'è visto.
La nebbia m'ha inzuppato fino alle ossa.

Quello della banana è arrivato un paio di minuti dopo sano e salvo, ma un po' provato.

giovedì 10 aprile 2014

Alla partenza c'era un buon odore di brezza marina.
La tirava su dal mare un vento teso, la portava dalla spiaggia del Passetto all'inizio del viale.
Un'umidità un po' insistente, che subito al primo accenno di corsa, anche solo per raggiungere la partenza, t'aveva ricoperto la pelle di una patina sudaticcia.

Già dall'inizio la situazione era fuori controllo e contro ogni logica o modestia podistica si sgambettava a 4'40'', veleggiando, spinta dalla brezza, verso il naufragio.

Tra i palazzi del corso vecchio eravamo al riparo dal vento, ma appena si tornava a fiancheggiare il mare, ecco che tornava, ma stavolta veniva da dentro il porto e allora la brezza aveva l'odore pastoso della nafta delle navi.

Adesso si viaggiava a 5' o poco più, perchè la salita aveva messo in riga le gambe, ricordandogli i loro limiti, rimarcati, con un certo malumore, ogni volta che s'incrociava il primo uomo che tallonava la moto dei vigili.

Finiva il primo giro.
Che mentalmente sembrava fatta, perchè ogni mattonella del corso, ogni cubetto di pavè, ogni panchina del viale sfilavano con un aspetto più che familiare, ma non scorrevano più veloci come prima.

Alla solita battuta dell'occasionale compagno di corsa “Siamo sulla stessa barca”, ho pensato che la barca dovesse chiamarsi per forza Titanic.


Vivicittà 2014: una gran fatica. E per fortuna non erano 12 km...

mercoledì 2 aprile 2014

Il 49 è un po' grasso per la verità, specialmente se messo vicino ad un 10 leggermente rachitico (dice il Garmin).
Solo 2,50 euro d'iscrizione alla gara ma il conto presentato alla fine della Società Autostrade è di 8 euro.
Nell'abbondante sottobosco noncompetitivo si  premiano i primi 3 uomini e le prime 3 donne, tutto il resto semplicemente "è arrivato dopo".

E' stato un bel percorso tra il Parco Miralfiore di Pesaro, piste ciclabili e argini del fiume.
Io ho sbuffato per tutto il tempo, sferragliando come una locomotiva...non sono stata un bello spettacolo.
Sono sempre in bilico tra il correre di più e il darmi il tempo di recuperare.

Quindi poche ambizioni chilometriche, mi tengo sulla decina. Ancora sto sulle mie, non m'interessa fare tutto. Per questo ho lasciato andare le scadenze delle iscrizioni alle solite corse, quelle fatte e rifatte tutti gli anni.

Però avrei un paio di idee per le prossime due domeniche, iniziando da Vivicittà e sperando di farcela per Tallacano....